CIVITAVECCHIA – In un paese abituato al “panem et circensem” suona paradossale il no di Mario Monti alla candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020. Supermario ha preso la decisione giusta, una volta tanto, ma per i motivi sbagliati. Il presidente del consiglio ne fa una questione di sperpero e di santità del bilancio; oltre a ciò le olimpiadi sono un pozzo senza fondo dove, in quanto a spesa finale, si va ben oltre le previsioni.
Ma questi sono motivi “tecnici”, per quanto nobili. Monti dimentica di dire, e perdonatemi se sono io a farlo, che le olimpiadi di Roma sarebbero state non tanto una festa dello sport, quanto un festino per palazzinari e clientes di ogni natura. Una sorta di maialino grasso che avrebbe visto ruspe e muratori all’opera per creare strutture, sportive e residenziali, degne dell’evento. Passati i giochi, le residenze sarebbero rimaste e, con esse, le urbanizzazioni che, a loro volta, avrebbero attirato profittatori di ogni sorta.
Il risultato finale sarebbe stato uno scempio edilizio, l’ennesimo sacco di Roma.
Monti, pur prendendo una decisione giusta, ha deluso ancora una volta. I suoi parametri sono sempre i sacrifici, il bilancio e la salute dei mercati. Mi permetto di porre, dato che lui non ne è capace, come problema primario la qualità della vita degli italiani.
Nel caso specifico la qualità della vita dei cittadini di Roma.
Non è poco.
Mario Michele Pascale – Partito Socialista Italiano