“Immigrazione: è ora che il socialismo europeo si risvegli”

CIVITAVECCHIA – Il New York Times maltratta l’Unione Europea per aver lasciato praticamente da sole Italia e Grecia nella difficile gestione dei flussi migratori. Il quotidiano statunitense individua le precise responsabilità di Francia e Regno Unito, da sempre “falchi” sulla questione immigrazione.
Non voglio addentrarmi nell’evidente e colpevole paradosso rappresentato dall’opinione pubblica dagli Stati Uniti, da sempre rigida in materia di immigrazione, e che oggi si scopre buona e comprensiva per quel che riguarda le lontane faccende del Mediterraneo.
Voglio andare oltre e recepirne il senso costruttivo.
E’ vero. L’Italia e la Grecia sono sole. Sono la frontiera meridionale di una Unione che è incapace di percepire se stessa come soggetto politico unitario, troppo impegnata a dividersi su interessi particolari per avere una visione d’insieme dei problemi geo politici.
E’ vero che l’Europa subisce la leadership Franco Tedesca, appoggiata esternamente dal Regno Unito. Gli altri paesi svolgono un ruolo subalterno, oserei dire ancillare.
Ma accanto al problema istituzionale, rappresentato da una Unione che non decolla mai sul serio e che pare un ristorante che serve solo antipasti e non passa mai ai primi piatti, è evidente anche l’impasse politica del Socialismo Europeo.
Il PSE è anch’esso subalterno alle necessità nazionali: più che amalgamare punti di vista per portarli ad una dialettica basata sull’interesse generale, esso pare difendere le sole posizioni franco tedesche.
Sono sempre più convinto che l’elezione di Martin Shulz alla guida del parlamento europeo, che in verità è famoso solo perché Silvio Berlusconi ha litigato con lui, e che i conseguenti equilibri interni, siano stati un errore. Sono sempre più convinto che la via d’uscita, per scuotere il vecchio continente e ridare slancio al PSE, sia un’alleanza, tattica e strategica, tra i socialisti del Mediterraneo.
Il socialismo europeo non può e non deve trasformarsi in un tavolo di vecchi notabili. Deve riscoprire il proprio dinamismo. La questione immigrazione è cruciale: essa rappresenta sia l’aderenza del PSE ai valori di solidarietà, difesa dei diritti e giustizia sociale, senza i quali non c’è socialismo, sia il campo su cui si va a combattere la battaglia con le destre xenofobe e razziste europee, che ogni giorno si rafforzano sempre di più e che sono un morbo che non conosce frontiere.
Neanche Berlino e Parigi sono immuni dal contagio.

Mario Michele Pascale – Consiglio Nazionale del PSI