SANTA MARINELLA – In questi giorni, in cui non si fa che parlare del Castello di Santa Severa e di come possa essere sfruttato economicamente al meglio (!) per contribuire al risanamento (!) del buco nella Sanità della Regione Lazio, le ipotesi, contrapposte, che si confrontano sono sostanzialmente due: la gestione privata di gran parte/di quasi tutte/di tutte le sue parti e gli spazi (anche se, purtroppo, non è stato spiegato in alcun modo come s’intendano utilizzare, ad esempio, la foresteria, il centro ristoro e il centro congressi); l’idea che il castello debba restare com’è, un bene fruibile da tutti, monumento e museo di se stesso, tramite affascinante tra noi e il nostro passato.
Il sito su cui sorge il Castello di Santa Severa è stato testimone e protagonista di 4.000 anni di storia, è un vero e proprio tesoro archeologico che potrebbe riservare ancora tante interessanti sorprese. Pensare che potrebbe trasformarsi in un hotel di lusso, per pochi fortunati, fa un certo effetto, soprattutto visto che tutti i lavori di restauro (a cominciare da quelli della fine degli anni ’90) sono costati alla Provincia – e, quindi, a noi tutti – un totale di 14 milioni di euro. Una cifra che, come si dice, si commenta da sola.
I 4.000 anni di storia, le sue stratificazioni, il castello – che ne è, allo stesso tempo, ricordo e custode -, rappresentano un patrimonio che costituisce la nostra eredità culturale, un patrimonio di cui siamo responsabili e che abbiamo il dovere di preservare e trasmettere alle future generazioni.
Per questo è importante riflettere bene sull’uso che se ne intende fare.
Si può e si deve conciliare rispetto e salvaguardia di un bene culturale patrimonio di tutti (anche se di proprietà della Regione) con un suo uso più propriamente economico che contribuisca alle spese per il suo mantenimento e conservazione e costituisca l’elemento centrale e privilegiato per lo sviluppo del territorio.
L’Italia non è soltanto il Paese con il più grande patrimonio artistico mondiale, è anche il Paese con 176 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4.396 specialità tradizionali censite dalle regioni, 477 vini Doc…
Con questa realtà è facile pensare ad un turismo alberghiero ed enogastronomico di qualità.
In Italia il turismo enogastronomico vale cinque miliardi di euro, è in crescita, ed ha bisogno di quello che nel nostro Paese abbiamo in abbondanza: arte, storia, paesaggi, buona cucina. In una parola, Cultura.
Per tornare al Castello di Santa Severa: 50 camere (tante sono state realizzate al suo interno) rappresentano un ricavato di 1.000.000 di euro l’anno, con 18.250 clienti; 150 coperti per la ristorazione rappresentano 1.368.750 euro l’anno, con 27.375 clienti, di cui solo una parte ha dormito nell’albergo in loco; riuscire ad intercettare il 10% dei flussi crocieristici previsti per i prossimi anni significa portare al Castello 20.000 turisti; 40.000 presenze garantiscono una potenzialità di spese accessorie pari a 300.000 euro, cifra a vantaggio delle cantine, prodotti tipici alimentari e di artigianato locali.
Questi numeri devono incoraggiarci a operare scelte responsabili e coraggiose.
Rinunciarvi perché non si è in grado di gestirli e demandare tutto al privato significa non avere capacità di immaginare il futuro ed è dimostrazione d’incapacità politica.
Una governance territoriale è probabilmente lo strumento migliore per gestire le potenzialità di cui abbiamo parlato e favorire la crescita culturale e lo sviluppo economico della nostra area.
Crescita culturale e sviluppo economico non sono in contraddizione l’una con l’altro. Sono due facce della stessa medaglia, rappresentano un collegamento sinergico tra passato e futuro.
Per fare questo bisogna, innanzi tutto, mettere al centro del progetto il Museo, salvaguardando le sue peculiarità, le sue attività di ricerca, scavi ed esposizione e garantendogli gli spazi utili e necessari per le sue attività presenti e future.
l cittadini del nostro territorio – ed, in particolare, di Santa Marinella e Santa Severa -, sono consapevoli che le scelte riguardanti il futuro del Castello di Santa Severa riguardano il loro futuro e quello dei loro figli e chiedono e rivendicano di farne parte, di contribuire da protagonisti alla sua realizzazione nel rispetto della propria appartenenza ed identità culturale.
Marina Fornaro – Membro direttivo del circolo Pd Santa Marinella_Santa Severa