CIVITAVECCHIA – Bisogna considerare i rifiuti una risorsa. Interrarli in discarica è una politica estremamente deleteria. Una corretta gestione dei rifiuti può garantire numerosi posti di lavoro (in Europa circa 2.4 milioni).
Queste sono le conclusioni del commissario responsabile per l’Ambiente, Janez Poto?nik, in occasione della pubblicazione del rapporto sulla gestione dei rifiuti pubblicato il 13 gennaio dalla Commissione Ue.
Questi dati provenienti da una fonte autorevole devono essere presi in considerazione per Civitavecchia.
Dunque No sia all’incenerimento/eliminazione dei rifiuti (in qualsiasi forma queste tecnologie possano essere presentate) che alla loro messa in discarica, non solo per l’inquinamento che provocano ma perché entrambi sottraggono materiale che può essere riutilizzato. Il numero esiguo di posti di lavoro che queste deleterie tecniche di gestione dei rifiuti offrono, non consentono a nessuno la loro difesa a meno di più o meno chiari interessi strettamente personali.
Ricercatori della famosa Ecole des Mines di Parigi, hanno recentemente pubblicato sulla nota rivista internazionale Waste Management & Research (Vol. 26, No. 2, 147-162,2008) un articolo dal titolo “Impatto ambientale e costi dei rifiuti solidi: un paragone tra il loro incenerimento e la messa in discarica”. Lo studio ha cercato di determinare i costi per la società, in termini economici, per tonnellata di rifiuti smaltiti attraverso sia il loro incenerimento che lo smaltimento in discarica. I ricercatori per la loro valutazione del danno hanno utilizzato tutta l’esperienza racchiusa nei risultati del progetto ExterneE della Commissione Europea. Nello studio è stato rilevato che la combustione di una tonnellata di rifiuti, in termini di danni alla salute ed all’ambiente, può costare fino a 21.2 euro mentre la loro messa in discarica 12.8 euro. Tonnellate di rifiuti trattati con queste modalità raggiungono un costo per la salute e l’ambiente non sostenibile per chi vuole il bene della città.
Inoltre, inquinanti quali metilmercurio, arsenico e piombo, anche in quantità ritenute non tossiche, sono responsabili di danni al sistema nervoso in via di sviluppo che si esprimono in patologie conclamate e sintomi sempre più diffusi quali la riduzione del quoziente intellettivo, disturbi dell’attenzione, fini turbe della coordinazione motoria e modificazioni del comportamento (aggressività) che hanno recentemente spinto alcuni ricercatori della Harvard School of Public Health a lanciare l’allarme circa una “Pandemia Silenziosa” che sta lentamente minando la salute e il futuro dei nostri figli (Lancet. 2006.16;368(9553):2167-78.
Seguendo le indicazioni della Commissione Europea, esiste dunque la possibilità anche per questa triste città, triste per l’incidenza del cancro, l’inquinamento e la disoccupazione, di proiettarsi in un futuro pieno di speranza.
Una particolare preoccupazione è il fatto che gli impianti a biomassa, oltre ad essere ben riconosciute fonti di inquinamento, possano bruciare anche rifiuti urbani e rappresentare, dunque, un cavallo di troia per superare la saggia ostilità delle popolazioni agli inceneritori.
Il tentativo di cercare di creare a Civitavecchia una emergenza rifiuti al fine di convincere della necessità di incenerirli o costruire nuove discariche è molto squallido. Questa città potrebbe diventare un esempio per tante altre se venisse intrapresa una strada diversa.
Se il presente e passato governo di Roma in tanti anni non è riuscito o non ha voluto gestire correttamente l’enorme mole di rifiuti che essa produce, non si può in alcun modo pensare che gli stessi possano essere smaltiti in questo territorio: i Civitavecchiesi sapranno difenderlo.
Che non si presti fiducia ha quei candidati sindaci che evitano di parlare del problema dei rifiuti o illudono di risolverlo con nuove tecniche di eliminazione o distruzione.
Molti cittadini pensano che la città possa farcela solo se guarda veramente al futuro e questo è anche il mio modesto auspicio.
Giovanni Ghirga – Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente