CIVITAVECCHIA – Accogliamo con favore la scelta dell’Amministrazione Comunale di ripristinare il nome dello stadio comunale del nuoto nell’originale “Pala Marco Galli”, eliminando l’indecoroso ed arbitrario riferimento ad ENEL in qualità di sponsor della SNC, società affidataria dell’impianto.
All’epoca il cambio di denominazione in “Pala Enel Marco Galli” rappresentò una forzatura inammissibile, attuata con la complicità delle amministrazioni del tempo, che suscitò le proteste anche di parte del mondo sportivo.
A parte l’assurda pretesa di voler imporre ad un impianto pubblico e al Comune, in quanto proprietario, il nome del proprio sponsor, provvedimento che per inciso è di esclusivo compito della giunta ai sensi del combinato disposto degli articoli 42, 48 e 50 del d.lgs.267/2000, sarebbe quantomeno cosa ridicola dover assistere ad un cambio di denominazione alla piscina ogni volta dovesse cambiare la società sportiva che gestisce l’impianto o quest’ultima dovesse cambiare sponsor.
Ma il nodo è un altro: quella scritta ENEL che campeggia su quello che, essendo luogo di sport, dovrebbe essere luogo generatore di salute, è un’ offesa alla dignità dei civitavecchiesi, trattati come pezzenti, pronti a svendere la salute propria e dei propri cari per la sponsorizzazione di eventi sportivi e culturali.
Sponsorizzazioni che l’ente elettrico si sente autorizzato ad elencare nelle proprie Dichiarazioni Ambientali tra le “iniziative di miglioramento…del territorio circostante” (la centrale nds) ovvero come elementi compensativi i tumori, le leucemie, le asme bronchiali e quant’altro causato dall’inquinamento passato e da quello futuro a cui sarà costretto l’intero comprensorio e che ogni famiglia ivi abitante ha avuto la malasorte di sperimentare.
Si continua a fare finta di non sapere che ENEL, con la conversione a carbone della centrale TVN, imposta contro la volontà di gran parte della popolazione, ha diviso e continua a dividere la città e il territorio, che ha, ricordiamolo sempre, un triste primato quanto a malattie e decessi dovuti all’inquinamento.
Non può essere il denaro erogato a pioggia a enti, associazioni, società sportive e culturali con sponsorizzazioni, contributi e finanziamenti vari a far dimenticare questa tragica realtà, a far tacere le voci di dolore e la protesta di quanti subiscono sulla propria pelle gli effetti dell’aria avvelenata e si battono contro il silenzio, la complicità, la rassegnazione affinché ammalarsi in questo modo non sia considerato un destino ineluttabile.
Lo sport a Civitavecchia dovrebbe dare l’esempio che manca, quello di pretendere di respirare aria pulita piuttosto che intrisa dalle ricadute inquinanti della centrale a carbone di TVN che, ricordiamo, funziona per oltre 7.500 ore all’anno (312 giorni invece che i 250 dichiarati nel 2003), bruciando oltre 4.500.000 tonnellate all’anno di carbone (quindi 900.000 tonnellate in più di quelle previste nell’autorizzazione originaria) con percentuale di zolfo fino ad oltre tre volte superiore a quella consentita dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria ed emettendo una quantità massima di 120 mg/Nm3 di monossido di carbonio – quindi ben più del doppio della quantità attesa con l’utilizzo delle Migliori Tecniche Disponibili , 2.100 tonnellate di anidride solforosa e 3.450 tonnellate di ossidi di azoto l’anno.
Questi i dati nudi e crudi, dati che andrebbero scritti fuori ad ogni palazzetto dello sport, e finanche all’entrata della città, per evitare equivoci sui nomi da scegliere e ad imperitura memoria di quanti di questi “dati” stanno subendo gli effetti.
Movimento No Coke Alto Lazio Civitavecchia