CIVITAVECCHIA – Dacché ho memoria dei fatti amministrativi della nostra città, non è mai successo che gli alunni delle scuole rimanessero al freddo, perchè l’amministrazione che ci governa non ha intrapreso per tempo gli atti che avrebbero consentito l’accensione dei riscaldamenti, come da normativa.
Naturalmente la maggioranza pentastellata da la colpa alle passate amministrazioni e questa cosa sta diventando stucchevole e un vezzo che nessuna giunta può permettersi. Se anche fosse che gli assessori competenti, all’istruzione e ai lavori pubblici, avessero voluto vedere le carte sui precedenti appalti e li avessero trovati sospetti, perchè non hanno per tempo predisposto gli atti necessari , in modo da avere il riscaldamento pronto per il nuovo anno scolastico? Ho l’impressione che non si tratti di inesperienza quanto del fatto che i due assessori non hanno proprio idea di quali siano i problemi che devono essere affrontati e risolti nella complessa gestione di una città. Dovrebbero dimettersi per la loro negligenza e non lo fanno e nessuno glielo chiede dal loro partito dal quale partono richieste di dimissioni per chiunque abbia commesso qualche falla compreso domineddio.
Ma d’altra parte la mancanza di visione e di capacità progettuale si percepisce in tutti gli altri settori. La città è come vivesse una vita sospesa, triste e desolata. Desolato il mercato, smembrato e disordinato nella sistemazione, il centro cittadino respingente e vuoto.
Rivendicano coerenza nell’aver rifiutato (oh il gran rifiuto!) il finanziamento Enel per le luminare e il fior fiore degli ingegneri che ci governano non ha trovato altro che lasciare i suoi concittadini al buio e senza stelle. Avrebbero potuto impegnare i loro stipendi di amministratori ( così ragionerebbe un vero populista) oppure aprire una sottoscrizione cittadina per comprare almeno un albero di natale da collocare in via Cencelle. Non sarebbero stati gli Swarovski a piazza Fratti e neanche i 900 milioni di lire spesi dalla giunta De Sio. Però sarebbe stato rispettare la tradizione, accendere qualche luce nella via principale con il concorso di tutti. Ma per fare questo dovrebbero avere empatia con la popolazione e non ne hanno. Non possono suscitare vicinanza, senso di unione e appartenenza se disprezzano la comunità che amministrano, se guardano con sospetto singoli e categorie, se si sentono migliori dei loro amministrati.
La coerenza che mi piacerebbe fosse messa in pratica sarebbe un drastico intervento sul potere che governa la città. Nonostante la nuova Aia per TV Nord firmata da Tidei e da Galletta nel 2013, il sindaco ha ancora le prerogative che gli concede il regio decreto del ’36 e che ne fa il garante della salute dei cittadini. Se la nostra città è quel reparto oncologico a cielo aperto che denunciava qualche esponente della maggioranza, che aspetta il sindaco a chiudere la centrale a carbone? Perché tacciono sui tempi di chiusura e riconversione ecologica come avevano promesso in campagna elettorale? Perché, invece di sbandierare risultati che non ci sono, qualche consigliere non tiene d’occhio la città dalle parti del porto, la notte quando tutti dormono? Ma per fare questo ci vuole coraggio, vera coerenza, capacità di creare alleanza con gli amministrati e con le forze politiche e sindacali tra i quali ci sono molte più persone oneste di quante ne contempli la filosofia grillista. Invece hanno pensato di essere sufficienti alla città e, in sei mesi, il tempo necessario per imparare l’essenziale sull’amministrare, non hanno fatto niente che loro dicevano essere prioritario: vertenza Enel passata in cavalleria, la raccolta differenziata rimandata al 2025, l’acqua pubblica in pericolo di privatizzazione. Doveva essere un New Deal , una rinascita; è, invece, una distopia, un’utopia negativa, in cui gli alunni fanno lezione in scuole senza riscaldamento, i cittadini arrancano tra strade piene di buche e sommerse d’acqua e marciapiedi mai puliti dagli escrementi dei cani, la plastica portata dal vento si raccoglie in ogni anfratto.
C’è speranza di qualcos’altro tra questo inverno brezneviano e il cadere tra le braccia dei caimani cittadini, per chi come me non ha votato ne’ l’uno nè gli altri?
Anna Luisa Contu – già assessore alla Pubblica Istruzione e attivista no-carbone