“Chiedere un risarcimento all’Enel è una scelta di buon senso”

CIVITAVECCHIA – Signor sindaco,
vorrei sollevarle il tema dei rapporti con Enel osservato non più da un ottica politica ma esclusivamente da quella di un cittadino comune, in apprensione per le sorti della propria città e, sotto alcuni aspetti, sconfortato e deluso per l’operato della Pubblica amministrazione. Di molte, quasi tutte, quelle giunte che hanno preceduto la sua. Ora anche la sua perché tuttora operante e perché è il risultato di un complesso di fattori occasionali. Voglio dire che la sua maggioranza non rappresenta il risultato di un convincimento profondo della cittadinanza di votare i “5 stelle” ma, più che altro, il risultato di un rifiuto di tutto, o quasi, ciò che la politica ha offerto negli ultimi due o tre lustri. Poco o niente, molti guasti e poche conquiste, tante speranze, tanta delusione e tanto sconforto.
La sua giunta per tutte le ragioni e contingenze locali e nazionali si trova perciò ad operare in un contesto di gravi squilibri economici e sociali e, per ciò che concerne l’opera amministrativa, in una condizione di difficoltà oggettiva per la crisi finanziaria dell’Ente locale che presiede. Non ci stanno soldi ma, in alcuni casi, tutto lascia intendere che non ci siano nemmeno le idee. Sembra che l’amministrazione la lei presieduta sia più orientata a rincorrere le responsabilità passate e presenti degli antagonisti politici che non a determinare le condizioni per più avanzate soluzioni volte a dare risposte alla popolazione che, sia chiaro, versa in condizioni ben più pesanti e gravi rispetto al passato recente e meno recente.
Solo che nel passato i cittadini erano più sereni, la società cittadina più compatta e, laddove non sussistevano le condizioni economiche e sociali per il benessere, c’era la speranza ad accompagnare la vita quotidiana. Ora non c’è nemmeno più questa, perché ha lasciato spazio alla disillusione, così come la sua elezione che è precipitata nella decadenza dopo i primi entusiasmi elettorali e post.
Le cause sono tante e le occasioni per una più puntuale disamina non mancheranno. Un aspetto, che è ciò che mi interessa in questa sede, è l’Enel, gioia e delizia del nostro benessere per alcuni, causa di allarmismi e catastrofi per altri. In questa contrapposizione dialettica si colloca la sua scelta del rifiuto del sostegno finanziario all’amministrazione e indirettamente alla popolazione da parte dell’Enel. Lei e la sua maggioranza avete rifiutato quel cospicuo contributo e le ragioni si rintracciano in una pervicace opposizione; “ideologica”, politica, “antisistema”, liberatoria da quel bisogno per alcuni versi, ispirata dalla ricerca dell’autonomia dell’ente rispetto a quel “potere forte” e per tante altre ragioni ancora, immagino. Partendo da questi presupposti mi sarei aspettato, da lei e dalla sua maggioranza, degli atti realmente forti, di rottura, “rivoluzionari”; tutti quegli atti che dovevano servire ad isolare il colosso energetico, rompere alibi, eliminare un potere forte, un centro di inquinamento del territorio, che è anche centro di condizionamento politico e morale. Tutto ciò che doveva servire ad eliminare un fattore di rischio per la popolazione che, secondo sussurri e grida ma anche convincimenti, rappresenterebbe la causa principale di malattie incurabili come il cancro. Mi sarei aspettato che in relazione a questi fattori, evidentemente accertati e certificati, lei avrebbe “chiuso” le centrali come fonte di molteplici ed infiniti mali. Ciò sarebbe stato in suo potere. Invece, niente di tutto ciò. Le centrali restano, imponenti, a rappresentare il male e il potere e, ancora di più, lo fanno a dispetto di tutti quelli che non le vorrebbero e del suo stesso schieramento. C’è un altro piccolo particolare ed è che l’Enel non versa nemmeno quella compensazione, come nel passato, per i danni che provocherebbe. Come dire: dopo il danno anche la beffa. E tutto ciò mentre gli strati della popolazione avrebbero bisogno di aiuti materiali più consistenti, mentre i servizi languono, mentre le partecipate sono in prossimità del fallimento con gravi ripercussioni sull’occupazione, mentre le strade sono piene di buche, altrettanto la rete idrica e via elencando sino all’infinito.
Se tutto ciò che le ho appena detto ha qualche ragione di verità, signor sindaco, non sarebbe il caso che lei e la sua maggioranza, in attesa di volere compiere quell’atto rivoluzionario che porterebbe alla chiusura del male di tutti i mali, cioè l’Enel, vi riprendeste quel piccolo ma importante risarcimento da parte di Enel? Non per una grande scelta strategica e per la definitiva risoluzione del problema dei problemi, ma solo, esclusivamente, per un minimo di buonsenso ed umiltà e, infine, anche per utilizzarli diversamente da come sono stati utilizzati nel passato. Sempre con buonsenso e umiltà.
Cordialmente

Mario Flamini