“Cerveteri è la mia città”

cerveteri2CERVETERI – In vacanza quando qualcuno mi chiede da dove vengo, ho sempre risposto: da Roma; è più facile da comprendere e richiede meno spiegazioni, soprattutto se stai cercando un bagno e non vuoi lasciarlo intendere. Quest’anno ho risposto per la prima volta: da Cerveteri vicino Roma e subito dopo mi sono detto: perbacco, sto diventando cerveterano, ma sto meglio o peggio di prima ?
Ora che sono a casa mi rendo conto che scoppio di salute e che ho qualche chilo in più ma a parte questo, resta un problema, una domanda o meglio una questione da sciogliere: se mi sento cerveterano ed ho sempre operato nel territorio attraverso il volontariato e l’associazionismo (attualmente responsabile dell’A.S.D. ARS ROMA), come ho fatto a non rendermi conto di quanto lavoro c’è da fare per migliorare seriamente e con coscienza i molteplici aspetti della vita sociale e culturale che da anni non sono valorizzati o sono del tutto trascurati ?
Intendiamoci, so perfettamente che ci sono impiegati, funzionari ed amministratori pubblici che instancabilmente operano nel loro settore e che in buona fede sono convinti di fare il meglio, alcuni sono miei amici altri sono persone che sto imparando a conoscere e a stimare; ma allora perché ho la sensazione che ci sia qualcosa che non va ?
Non intendo allinearmi alle chiacchiere da bar dei disfattisti sempre pronti a criticare ogni piccolo miglioramento sicuri che “tanto le cose andranno sempre peggio” e non intendo continuare a vivere accettando tacitamente i disagi e le carenze del sistema.
Non intendo assoggettarmi a chi con promesse solenni riesce ad avviare uno studio preliminare o un progetto tagliato a misura su di me e -guarda un po’- solo per me, ottenendo il risultato di tenermi a bada per un po’ di tempo o almeno fino a quando, dopo l’ennesimo ritardo, il bel progettino diventa carta straccia e va ad alimentare la lunga lista di investimenti avviati e mai realizzati, che non fanno altro che sperperare denaro pubblico e che, se uniti insieme, consentirebbero la realizzazione di almeno una struttura di interesse pubblico.
Non intendo restare fermo a pensare soddisfatto alle mie scampagnate alle cascatelle e alla via degli Inferi, ai tramonti della Cava della Polledrara, ai sapori e agli odori che in questa lunga estate hanno caratterizzato il nostro splendido territorio e che sono stati risvegliati dall’ultima sagra dell’uva che ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che è ancora possibile lavorare per il bene e l’interesse di tutti.
Questo è quello che non intendo fare e di cui sono convinto fermamente.

Stefano Bruschi