CIVITAVECCHIA – Caro Onorevole Ministro Brunetta,
in merito alle sue vergognose dichiarazioni riguardanti i lavoratori con rapporto di lavoro atipico le facciamo presente che i precari in Italia sono circa 2 milioni e mezzo e rappresentano il 12,6% dell’occupazione dipendente ed il 9,3% dell’occupazione totale, quindi rappresentano una elevata fetta della produttività italiana che contribuisce ad elevare l’indice di benessere della popolazione. Anche di quella che fortunatamente vive con la garanzia di un lavoro sicuro e di quella che naviga nel lusso come lei. Perché se non ci fossero tutti quei precari che lavorano negli ospedali e nelle pubbliche amministrazioni chi curerebbe i suoi interessi e quelli di milioni di italiani? E visto che questo Governo con l’Onorevole Ministro Giulio Tremonti aveva promesso di impegnarsi per quei precari, che tutti i giorni vivono l’incubo della disoccupazione, facendogli superare il periodo angusto che li lega al contratto a termine per arrivare a firmare finalmente il tanto atteso contratto individuale a tempo indeterminato. Consiglieremmo ai signorotti della politica con umiltà, che purtroppo non contraddistingue questo periodo di politica italiana, di ammettere che non hanno saputo fare niente per quei 2 milioni e mezzo di italiani perché hanno preferito impiegare il loro tempo a parlare di scandali e legittimo impedimento. La stessa umiltà che contraddistingue tutti quei precari che chiedono ogni giorno certezze e garanzie, fiduciosi che arrivi la svolta di un lavoro sicuro per garantire ai propri figli un futuro sereno. Richieste che sicuramente l’Onorevole Ministro Brunetta non si è mai dovuto trovare a dover fare e che per questo oggi si trova a poter dire e parlare dei precari in questi termini. Si ricordi però l’Onorevole che la vita è una ruota che gira e gli auguriamo che non si debba mai trovare dalla parte dove ci troviamo noi. Come è successo in Egitto e in tutti quei paesi mediorientali dove anziché i poveri precari sono stati i signorotti che detenevano il potere a perderlo ed essere costretti a cercare un altro posto dove vivere meglio. Cerchino allora tutti quelli che governano il nostro tanto amato paese di parlare da oggi in poi con rispetto di chi seppure precario produce benessere e servizi.
Un giovane precario