CIVITAVECCHIA – Sono diversi giorni che ho il desiderio di scrivere un intervento che sia rivolto ai miei coetanei, ai giovani che sono nati, che vivono e lavorano in questa città. Sento la necessità di rivolgermi a loro, perché l’esito delle urne di maggio del prossimo anno sarà decisivo per il nostro futuro prossimo e anche per l’avvenire più lontano nel tempo.
Per arrivare al nocciolo della questione è necessario fare una premessa: chi oggi ha un’età compresa fra i 20 ed i 30 anni ha assistito ed ha vissuto quella che è stata la vera e propria rivoluzione avvenuta fra gli anni 2000 – 2007 all’interno del porto di Civitavecchia, una rivoluzione che da pochi mesi ha ripreso il suo cammino. Lo sviluppo dello scalo, al di là dei numeri da record raggiunti in pochi anni per le navi da crociera, per le Autostrade del mare e per le merci, ha avuto come importante e straordinario risultato quello di aver lanciato Civitavecchia in una dimensione europea ed internazionale e che centinaia, forse migliaia di giovani, hanno avuto la possibilità di ottenere un lavoro per sé ed un avvenire nella città di cui sono figli, cosa che prima, forse, non sarebbe stata possibile.
Se ciò si è verificato è stato solo grazie alla volontà, alla tenacia ed alla caparbietà di un uomo, che appena ha preso le redini del porto ha saputo stravolgere, sovvertire la situazione preesistente, nello scetticismo di gran parte della classe dirigente cittadina e di chi in precedenza aveva ricoperto quel ruolo improntando tale gestione con un’ordinaria amministrazione tanto mediocre, a tratti scandente. Anzi, inizialmente la persona di cui parlo, Giovanni Moscherini ha dovuto vincere delle fortissime resistenze provenienti dalla “intellighenzia” che per anni e anni ha fatto il bello e il cattivo tempo in questa città. Ma rompendo con forza i vecchi schemi di una politica partitica e settaria, fatta di schieramenti che erano vissuti come compartimenti stagni e proponendo come valida alternativa una politica improntata sul concreto, una politica che ha perseguito come suo unico obiettivo lo sviluppo economico del porto (e quindi del territorio) in modo trasversale, senza badare ai colori politici dei propri interlocutori, siano essi di Governo, Regione o Comune, siano essi imprenditori o lavoratori. Non a caso, in breve tempo, Moscherini ha ottenuto riconoscimenti a 360 gradi per le vittorie ottenute in anni e anni di impegno quotidiano, spesso anche difficile, ma che l’ha portato al successo.
Poi è arrivata la decisione di candidarsi a sindaco. Anche in questo caso si è rivelata vincente la sua proposta, ovvero una coalizione di larghe intese che ha saputo superare gli steccati ideologici, con il solo obiettivo di realizzare un cambiamento radicale anche in città. Ed è proprio questo il punto di cui vorrei parlare. Certo, non è facile descrivere quattro anni e mezzo di mandato in poche righe. Tuttavia, per rendere l’idea, invito chi sta leggendo le mie parole a fare un esperimento: se stai sul treno, diretto o di ritorno dall’università, oppure stai lavorando o studiando, appena hai un attimo di tempo vai a largo Galli e percorri tutto viale Garibaldi, poi prosegui per corso Marconi, oppure per lungoporto Gramsci e arriva a piazza Calamatta. Sono luoghi largamente frequentati e conosciuti da noi giovani, per i negozi, per la biblioteca o semplicemente per svago. Eppure, pensiamo per un attimo a come erano fino a pochi anni fa. Eravamo forse l’unica città marittima in Europa ad avere un parcheggio proprio al posto del lungomare, in un degrado generale di tutto il centro a dir poco deprimente.
Oggi gran parte di Civitavecchia è diventata bella, ha ripreso l’antico splendore che aveva prima della Seconda Guerra mondiale: sembra essere stata ricostruita ora, dopo i lunghi bombardamenti degli Alleati. E questo è un fatto innegabile ed indiscusso, che viene riconosciuto da ogni persona priva di preconcetti.
Credo che sia stata la prima volta che un sindaco abbia guardato ai giovani con l’attenzione con cui l’ha fatto Giovanni Moscherini: a partire dalle politiche per l’emergenza abitativa e per il lavoro, ma anche per quanto riguarda le grandi infrastrutture già realizzate come la Cittadella della Musica e da realizzare come la Cittadella della Danza, dello Sport, il Piano Casa, il Grande Albergo Termale, il nuovo mercato, il Multisala, il Terminal Cina, la Piastra Logistica del Mediterraneo e molto altro ancora. Questi progetti rappresentano opportunità uniche ed irripetibili per le generazioni più recenti, nell’ottica di proseguire quella rivoluzione, o meglio, quella rinascita di Civitavecchia, partita dal porto più di dieci anni fa.
Una rinascita che ci consentirà di vivere in una città nuova, con grandi prospettive di crescita e di sviluppo, che ci consentirà di lavorare e farci una famiglia qui, che ci consentirà, quindi, di far crescere i nostri figli nel luogo in cui siamo cresciuti noi.
Questi quattro anni e mezzo di governo della città hanno fatto sì che si avviasse, che si gettassero le basi per costruire tale percorso e ora, grazie alla rinnovata sinergia città – porto tale processo potrebbe registrare una vigorosa accelerazione, ma è chiaro che nel caso in cui il sindaco uscente non dovesse essere riconfermato, questo sogno si interromperebbe sul più bello.
E la conseguenza più grave e preoccupante è che a tornare alla guida di Civitavecchia, magari dietro qualche sindaco “prestanome”, come è successo in passato – la storia, si sa, si ripete – sarebbe quella stessa intellighenzia, quel ceto sociale e politico che per anni ha esercitato il proprio potere in città come facevano gli antichi feudatari, riducendola nello stato disastroso dal quale oggi si è iniziata a rialzare. Sto parlando di alcuni potenti, che come una piovra avvinghiano i propri tentacoli intorno a molti, moltissimi settori strategici ancora oggi, grazie agli incarichi importanti che hanno ottenuto attraverso la vecchia politica, quella dei clientelismi, delle “poltrone”, del voto come merce di scambio.
Queste persone, presenti sia a destra che nel centro-sinistra, faranno di tutto per sovvertire il risultato del 2007 e stanno già iniziando una fortissima campagna demagogica, una campagna piena di allarmismi ingiustificati (come ad esempio il presunto caso De Carolis), di falsità, di attacchi personali, nell’unico tentativo di oscurare tutto ciò che di buono è stato fatto da questa amministrazione. È chiaro che una volta arrivati al potere, tali individui distruggerebbero anche ciò che è già costruito, la loro incapacità e la loro fame di riappropriarsi di quello che Moscherini gli ha – giustamente – privato fino ad oggi, porterebbe la città da subito sull’orlo del baratro. Basti osservare il comportamento dell’opposizione in questi anni, che ha improntato una politica sul “no”, senza elaborare contro-proposte ma soprattutto nel tentativo disperato di fermare con ogni mezzo – talvolta effettuando delle vere forzature degli strumenti legali – le iniziative di sviluppo proposte dall’attuale primo cittadino.
E’ per questo che mi rivolgo ai giovani di Civitavecchia: perché ad una rivoluzione non consegua una involuzione. Amici, non fatevi ingannare dalle facili promesse da parte da quella che è una falsa onda di cambiamento. L’unico vero cambiamento reale, possibile e concreto è quello proposto ed avviato da Giovanni Moscherini, sono i fatti a dirlo. Un cambiamento sul quale ci sarà ancora molto da lavorare e per il quale è necessario il contributo di ciascuno di noi. Il sottoscritto, quasi per caso ha avuto la possibilità in questi anni di assistere e, nel suo piccolo, contribuire in prima persona a questo grande progetto e crediamo che oggi sia necessario ed indispensabile formare un grande movimento di responsabilità, composto innanzi tutto da giovani e da persone che abbiano acquisito la consapevolezza che l’unica scelta possibile per un futuro che consenta di proseguire il percorso di rinascita di Civitavecchia sia la riconferma di Giovanni Moscherini a Palazzo del Pincio.
Un movimento che partendo dalla rete faccia una operazione – verità, in opposizione alle tante notizie false che circolano in città sulle vicende amministrative, che riesca quindi a rovesciare il calice delle menzogne riempito per avvelenare l’azione politica portata avanti in questi anni e che al tempo stesso metta in piedi un dibattito permanente in cui chiunque voglia fare proposte, avanzare idee e presentare i propri progetti, o addirittura dare il proprio contributo in prima persona a sostegno della politica del “fare” sia il benvenuto: a fianco di Gianni c’è sempre posto.
Io voglio combattere ancora per realizzare il grande sogno di far diventare Civitavecchia una città invidiabile a livello europeo ed internazionale e siamo sicuri che se saremo in tanti a crederci, fra cinque anni vedremo che l’opera sarà finalmente completata e in quel momento ognuno di noi potrà essere orgoglioso nel dire: “Anche io ho fatto la mia parte”.
Alessandro D’Alessio