CIVITAVECCHIA – Sulla questione Hcs credo ci siano ancora molte considerazioni da fare, perché, a mio giudizio (ma so di non essere il solo a pensarlo) i comportamenti che hanno portato a questa disastrosa situazione devono essere maggiormente stigmatizzati e pubblicizzati.
Giustamente in questo periodo si sta parlando delle soluzioni possibili, di come trovarle, applicarle, renderle possibili. Ma non si può sempre solo cercare di mettere toppe, di tappare falle, perché si corre il rischio di dimenticare come hanno avuto origine quelle falle. Troppo spesso in Italia si fanno enormi sforzi per evitare drammi sociali, si utilizzano enormi energie da parte di persone di buona volontà e poi ci si dimentica di individuare i responsabili, si, i responsabili di quei drammi.
Io come cittadino sono veramente stufo di vedere usare risorse materiali ed umane, penso ai tanti bravi amministratori, sindacalisti e lavoratori stessi animati da lodevoli intenzioni, e mai avere la soddisfazione di veder indicato con chiarezza chi è responsabile dello sfacelo.
Su Hcs, nello specifico, o il dramma non esiste, e vorrebbe dire che si sono messi d’accordo amministrazione, sindacati, regione, procura, ecc. (e la cosa sembra un pochino improbabile), oppure è veramente di quella portata e allora non crediamo che si sia prodotto da solo ed in un attimo. Se così è, credo che abbiamo il diritto, noi tutti, di veder indicato con chiarezza chi è
responsabile, di sapere nomi e cognomi, responsabilità oggettive. Non possiamo continuare a pagare e basta, a far lavorare alacremente persone di buona volontà alla ricerca delle soluzioni. Non possiamo dimenticare che ogni cosa ha un origine, vogliamo che chi ha sbagliato paghi, ma paghi davvero, vogliamo che venga scritto a lettere cubitali chi è che ha delle colpe, perché dobbiamo ricordarcene e non dimenticare come sempre.
Deve finire questa prassi tutta italiana che degli incompetenti o peggio, disonesti, possano arrecare, impuniti, danni alla comunità, comunità che verrà pure beffata, perché dopo essere stata derubata, deve di nuovo mettersi le mani in tasca per riparare. Ecco, questo deve finire, vogliamo, pretendiamo che una volta tanto, su questa vicenda, in maniera esemplare si rendano noti nomi,
cognomi e responsabilità di chi ignobilmente ha saccheggiato il bene comune, così che poi non possa nascondersi o peggio tentare di rifarsi una verginità e tornare ad amministrare la cosa pubblica.
Non è sete di vendetta, è bisogno viscerale di giustizia.
Riccardo Capolonghi