CIVITAVECCHIA – Nessuno ha commentato, purtroppo, il grido di dolore del segretario della Cna, in riferimento alla difficile situazione finanziaria che stanno vivendo, le piccole e medie aziende civitavecchiesi.
Un quadro congiunturale economico che fa prevedere una crisi più lunga del previsto e il settore del commercio che vive un momento di grande difficoltà.
Le piccole e medie imprese da sempre costituiscono la ricchezza di questa città e la loro vitalità occupazionale è sotto gli occhi di tutti.
Nel passato, ed in parte ancora oggi le PMI hanno funzionato da ammortizzatore sociale
E anche oggi, pur all’interno di una situazione tragica per la nostra economia, avranno un ruolo determinante per recuperare terreno.
Molti commercianti, molti imprenditori, si stanno mettendo con grande coraggio, tra la propria azienda (in molti casi familiare) e la crisi economica, rischiando in proprio, senza licenziare.
Ma la situazione si fa grave.
A gennaio, ad esempio scade la moratoria dei debiti concessa alle banche la moratoria ha rappresentato uno strumento di sostegno determinante per le imprese, le quali hanno potuto contare su circa 10 miliardi di euro di liquidità in più.
Il futuro di Civitavecchia è legato alle piccole e medie imprese, le uniche a poter mettere in moto crescita e sviluppo, e garantire coesione sociale.
Pertanto bisogna chiedere alle banche di agire con lungimiranza, rafforzando la relazione di prossimità con i territorio, con le imprese, valorizzando il ruolo dei consorzi fidi, soprattutto alla luce delle nuove regole di Basilea 2.
Ecco in un momento come questo, le banche dovrebbero fare riferimento sicuramente e ovviamente sui dati di bilancio, ma anche sui fattori dinamici delle imprese, come le capacità professionali.
Necessita una maggiore collaborazione, una maggiore cooperazione tra banca e imprese, e che una adeguata disponibilità di credito sia al centro della loro strategia.
Solo così potremmo sperare di uscire da una crisi che ormai ha messo fuori mercato migliaia di aziende.
Tullio Nunzi