SANTA MARINELLA – Dopo mesi di assordante silenzio, il centrosinistra annuncia la celebrazione del suo matrimonio. Udc, Pd e Un’altra città è possibile hanno deciso di svolgere le primarie dell’ultimo minuto. Ma probabilmente più che uno sposalizio, le elezioni del candidato sindaco dell’opposizione rischiano di trasformarsi in un funerale.
Sarà interessante infatti scoprire in che modo i tre candidati spiegheranno le totali divergenze di opinione, le posizioni distanti anni luce dei vari schieramenti, sia a livello nazionale che a livello locale. Se il Pd aspira a governare il Paese, l’Udc rivuole Monti a palazzo Chigi e la sinistra radicale rievoca scenari di un passato completamente da dimenticare. E a Santa Marinella gli schieramenti litigano su tutto e di più: a partire dal project financing relativo all’area “ex fungo”, fino ad arrivare alle politiche urbanistiche e alle opere pubbliche.
Tutte le contraddizioni della minoranza sono infatti emerse in cinque anni di amministrazione comunale, in cui gli esponenti di minoranza che oggi aspirano alla candidatura a primo cittadino e già sonoramente sconfitti nel 2008, hanno sempre dimostrato di non condividere praticamente nulla, se non gli innumerevoli esposti e ricorsi presentati con il solo scopo di bloccare i progetti di sviluppo della città ad opera della maggioranza di centrodestra. Le contraddizioni e le liti interne alla sinistra sono le stesse che nel 2007 hanno portato alla loro capitolazione: per gli stessi motivi, questa alleanza di oggi, domani potrebbe trasformarsi, ma siamo sicuri che non accadrà, in un litigio senza fine, con la totale paralisi del lavoro svolto in questi cinque anni.
Ma gli esponenti della minoranza possono stare tranquilli: i santamarinellesi sanno già di che pasta sono fatti e la cocente delusione che li aspetta, sarà simile a quella già ricevuta alle primarie nazionali del Pd, in cui la nostra città è stata l’unica nella Provincia di Roma che ha visto un numero di votanti inferiore alle aspettative.
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