“Troppe persone vivono di politica”

sede EtmCIVITAVECCHIA – Non voglio entrare nel merito della vicenda dell’amministratore di Etm o, meglio non voglio entrare nella schieramento tra chi si è indignato, e tra chi ha parlato di leggerezza e di giustificazionismo auto indulgente.
Personalmente penso che chi riveste cariche pubbliche dovrebbe cercare di essere onesto fino all’imbecillità, e che in questa città si dovrebbe reimparare ad arrossire quanto basta.
Nessuno però ha evidenziato che non si tratta del primo caso problematico avvenuto, anche nel passato, tra le società municipalizzate; e se a ciò si aggiungono altre società portuali, la cui nomina è di natura politica, che hanno avuto problemi gravi, ci troviamo di fronte ad un panorama preoccupante.
La maledizione di questa città è data dal fatto che gli uomini politici (e i cittadini) molto spesso dimenticano.
Si contano sulle punte delle dita, le scelte politiche fatte per società strategiche allo sviluppo della città, basate su competenze capacità e professionalità e curricula.
Poiché casi come l’Etm con diverse angolature si stanno moltiplicando, molto spesso i politici, che non hanno il dono della coerenza, condannano le cose degli altri e assolvono le proprie.
Sintomo di una inadeguatezza politica che tracima in rilevanti posizioni pubbliche, facendo scelte basate non sul tasso di professionalità, ma con il grado di vicinanza a qualcuno; una cultura arcaica che privilegia i valori dell’appartenenza, al senso civico, che promuove gli obbedienti (anche se poco svegli) e mette da parte gli indipendenti (anche se intelligenti).
Spero con tutto il cuore di essere smentito da qualche forza politica,ma non credo cha dai partiti potrà venire la soluzione, perché comincia ad essere troppo amplio il numero delle persone che vivono di politica.
La speranza è che forze sociali (la Cgil fu l’unica a esprimere perplessità su scelte cencelliane al porto) organizzazioni imprenditoriali, e movimenti di cittadini, obblighino (prima delle elezioni, pena il non voto) i partiti, a fare scelte “rivoluzionarie” utilizzando il criterio del merito, rispetto a quello delle  clientele e dello schieramento, che ha reso questa città mediocre.
Questo darebbe una speranza ai tanti giovani che sono i veri sconfitti; senza il criterio del merito, l’ascensore sociale si ferma, perché il merito è un concetto democratico che rompe con la società di classe.
Si eviterebbe altresì la nomina di manager “alle vongole”, i cui danni ricadono su cittadini ed imprese, ed eviterebbe a questa città la tentazione di galleggiare nella mediocrità.

Tullio Nunzi – Cittadino di Civitavecchia