“Porticciolo Enel: l’alternativa c’è”

Roberto BonomiCIVITAVECCHIA – La battaglia per il rispetto delle prescrizioni ambientali relative alla centrale di Torrevaldaliga Nord sta finalmente producendo frutti concreti. Così, dopo il progetto riguardante il bosco dell’ex parco serbatoi, Enel fa la sua proposta per la realizzazione del previsto porticciolo da diporto. Per la verità saremmo già ben oltre la tempistica stabilita, ma si tratta comunque di una buona notizia.
Assai meno buona è tuttavia la localizzazione prospettata per l’opera, che come è noto non potrà essere quella originaria per via del parere negativo espresso a riguardo dalla Capitaneria di Porto. L’idea di realizzare il porticciolo nell’anfiteatro della Marina, infatti, pur se rispondente alla necessità di risparmiare territorio, poteva avere un senso finché l’area adiacente era destinata a parcheggio e si poteva inoltre immaginare la realizzazione di piccole strutture di servizio. Ora non più. Per questo sono convinto che sull’argomento la città debba individuare soluzioni diverse, migliori e rapidamente praticabili.
Posta questa esigenza, è facile immaginare che fatalmente qualcuno tornerà a proporre un vecchio cavallo di battaglia di Moscherini, ossia la realizzazione di un mega porticciolo in piena Frasca. Un progetto quanto mai strumentale, dannoso e soprattutto impraticabile. Strumentale, perché finalizzato a piazzare una sorta di testa di ponte per il fatidico terminal Cina. Dannoso, perché di inaccettabile impatto in una zona oggetto di vincoli ambientali, paesaggistici e archeologici. Impraticabile, perché avrebbe addirittura bisogno di una Variante al Piano Regolatore Portuale e di una Valutazione di Impatto Ambientale. In sintesi, quindi, una ipotesi dai tempi biblici e dagli esiti assai incerti, buona solo a fini elettorali.
Viceversa, l’esigenza di individuare una soluzione alternativa per il porticciolo Enel, e anche di trovare una definitiva soluzione al problema della delocalizzazione delle imbarcazioni che insistono sulle aree di sviluppo portuale, dovrebbe allora partire da tre imprescindibili elementi: 1) il Piano Regionale dei Porti che prevede un approdo da 200 posti barca in località Torrevaldaliga Nord; 2) le indicazioni della Regione Lazio, che suddivide la nautica in “minore” e  “maggiore”, da sistemare rispettivamente in “approdi” e in “porti turistici”; 3) le condizioni poste dal Comune di Civitavecchia nell’ambito del procedimento di intesa sulla variante al Piano Regolatore 2004, volte ad assicurare ai piccoli diportisti un giusto spazio all’interno del porto storico.
In tal senso, sono convinto che possa essere rispolverata la proposta a suo tempo avanzata dai consiglieri di opposizione, in breve indirizzata a sistemare le imbarcazioni maggiori nel porto storico – che certo non può essere destinato solo ai mega yacht dei milionari – e a realizzare per le altre un piccolo approdo di fronte alla centrale di Torrevaldaliga Nord, in quel tratto di costa già in parte compromessa che per i bassi fondali e gli spazi disponibili appare particolarmente adatto ai natanti con minore pescaggio per i quali si ricorre in genere al rimessaggio di breve/lungo periodo. Un approdo che al di là della scogliera di protezione non preveda dragaggi né invasive opere di cementificazione, sia dotato di pontili galleggianti e utilizzi per i parcheggi aree più interne di proprietà Enel.
Insomma un’opera fattibile in tempi brevi che allontani il traffico del piccolo diporto da quello navale, caratterizzata da un bassissimo impatto ambientale e comunque ben distante dalla zona costiera da riqualificare, realizzabile proprio in ottemperanza alle suddette prescrizioni a totale carico dell’azienda elettrica. Che in aggiunta potrebbe riqualificare ambientalmente l’area circostante per connettere il parco dei serbatoi al territorio della Frasca e magari approfittarne per contribuire a risolvere l’annoso problema degli scarichi provenienti dell’impianto di pescicoltura.
Se ne può parlare?

Roberto Bonomi – ex Consigliere comunale