Quello che sappiamo e non sappiamo della sottovariante COVID-19 XBB.1.5

Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:

L’opinione di esperti su quello che sappiamo e non sappiamo della sottovariante COVID-19 XBB.1.5.
La sottovariante XBB.1.5, una nuova versione della variante Omicron, sta attraversando gli Stati Uniti.
I casi legati alla nuova variante sono quasi raddoppiati nell’ultima settimana, secondo le stime dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC, USA); questo alimenta i timori che altri casi possano essere in arrivo a livello nazionale.
Il ceppo XBB.1.5 è responsabile del 40,5% dei casi confermati negli Stati Uniti nella settimana terminata il 31 dicembre, secondo le stime dei CDC. Circa il 20% di casi rispetto alla settimana terminata il 24 dicembre.
La variante XBB.1.5 è responsabile di circa il 75% dei casi confermati nel solo nord-est, il quale include New England, New Jersey e New York, secondo le stime dei CDC.
“Si prevede che sarà la variante dominante nella regione nord-orientale del paese e che aumenterà in tutte le regioni”, afferma Barbara Mahon, direttrice della Divisione Coronavirus e altri Virus Respiratori dei CDC.
I CDC non hanno elencato il lignaggio XBB.1.5 nelle proiezioni precedenti perché non soddisfaceva una soglia minima fissata dalla agenzia.
Gli esperti, nelle ultime settimane, dopo che XBB.1.5 è apparsa in diversi paesi asiatici, sono diventati sempre più preoccupati per le varianti XBB.1.5 e XBB, ricombinanti della sottovariante BA.2. In questo momento la Cina sta assistendo ad una enorme ondata di casi.
“Probabilmente la peggiore variante che il mondo sta affrontando in questo momento è in realtà XBB”, secondo Michael Osterholm, esperto di malattie infettive presso l’Università del Minnesota.
XBB.1.5 è diversa dalla variante XBB perché può attaccarsi meglio alle cellule.
“Il virus deve legarsi strettamente alle cellule per essere più efficiente nell’entrare e questo potrebbe aiutare il virus ad essere un po’ più efficiente nell’infettare le persone”, ha commentato Andrew Pekosz, virologo della Johns Hopkins University.
Non è chiaro da dove provenga questa versione della variante Omicron, ma si sta diffondendo rapidamente.
Inoltre, non sappiamo quanto velocemente e quanto lontano si diffonderà. Secondo John Moore, professore di microbiologia e immunologia al Weill Cornell Medical College di New York, ci si aspetta che i casi raggiungano il picco a metà gennaio.
Inoltre, non è chiaro se ci siano sintomi specifici legati alla nuova variante. Non sembrano infatti esserci ulteriori sintomi COVID-19 legati a XBB.1.5 che siano diversi dai sintomi normali.

“Non c’è alcun suggerimento a questo punto che XBB.1.5 sia più grave”, afferma Mahon, del CDC. Tuttavia, gli scienziati hanno affermato che la variante XBB.1.5 ha mutazioni che potrebbero consentire al virus di eludere i richiami del vaccino COVID-19 e causare più infezioni.
Considerare l’uso delle mascherine anche nelle aree a basso rischio sembra diventare sempre più opportuno.

AXIOS News, 31 December 2022