Perché le infezioni delle vie respiratorie superiori sono più comuni a temperature più fredde

Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:

“Ricercatori della Harvard Medical School di Mass Eye and Ear e della Northeastern University hanno scoperto una risposta immunitaria, precedentemente non identificata all’interno del naso, capace di combattere i virus responsabili delle infezioni delle vie respiratorie superiori.
Studi precedenti hanno rivelato che questa risposta protettiva viene inibita a temperature più fredde, rendendo più probabile che si verifichi una infezione.
Si pensava che la stagione del raffreddore e dell’influenza si verificasse nei mesi più freddi perché le persone passano più ore in ambienti chiusi dove i virus possono diffondersi più facilmente. Tuttavia, questa nuova ricerca offre il primo meccanismo biologico che spiega perché i casi di raffreddore comune, influenza e COVID-19 hanno maggiori probabilità di aumentare nelle stagioni più fredde.,
Il naso è uno dei primi punti di contatto tra ambiente esterno e organismo e, come tale, un probabile punto di ingresso per agenti patogeni responsabili di malattie. Gli agenti patogeni vengono inalati o depositati direttamente (ad esempio dalle mani) nella parte anteriore del naso dove si fanno strada e, infettando le cellule, possono portare ad una infezione delle vie respiratorie superiori. Il modo in cui le vie aeree si proteggono da questi agenti patogeni è stato a lungo poco compreso.
Nel 2018 uno studio della Northeastern University ha scoperto una risposta immunitaria innata che è innescata quando batteri vengono inalati attraverso il naso. Le cellule nella parte anteriore delle narici hanno rilevato i batteri e rilasciato nel muco miliardi di minuscole sacche piene di liquido, chiamate vescicole extracellulari (VE), al fine di circondare e distruggere i batteri. Lo studio del 2018 aveva anche dimostrato che le EV trasportano proteine antibatteriche protettive attraverso il muco, dalla parte anteriore del naso a quella posteriore, lungo le vie aeree, per proteggere le altre cellule dai batteri prima che possano entrare troppo in profondità.
Nella nuova ricerca gli studiosi hanno cercato di determinare se questa risposta immunitaria possa essere innescata anche da virus inalati attraverso il naso, i quali sono la fonte di alcune delle più comuni infezioni delle vie respiratorie superiori. Nello studio i ricercatori hanno analizzato come cellule e campioni di tessuto nasale, raccolti dal naso di pazienti sottoposti a intervento chirurgico e da volontari sani, hanno risposto a tre virus: un singolo coronavirus e due rinovirus che causano il comune raffreddore. Gli studiosi hanno scoperto che ogni virus ha innescato una “risposta di sciame” di EV dalle cellule nasali, sebbene utilizzando un percorso di segnalazione diverso da quello usato per combattere i batteri.
I ricercatori hanno anche scoperto un meccanismo in gioco nella risposta contro i virus. Al momento del loro rilascio, le EV hanno agito come esche, legandosi ai recettori virali che sarebbero stati invece usati per legarsi alle cellule dell’epitelio nasale. Questo meccanismo consentirebbe di assorbire i virus nel muco prima che abbiano la possibilità di legarsi alle cellule epiteliali.
I ricercatori hanno quindi testato in che modo le temperature più fredde hanno influenzato questa risposta, particolarmente rilevante nell’immunità nasale dato che la temperatura interna del naso dipende fortemente dalla temperatura dell’aria esterna inalata.
Volontari sani, provenienti da un ambiente ad una temperatura di circa 23 °C, sono stati esposti ad una temperatura di circa 4.4 °C per 15 minuti al termine dei quali la temperatura all’interno del naso è scesa in modo significativo. Gli studiosi hanno quindi applicato questa riduzione della temperatura a campioni di tessuto nasale e hanno osservato una risposta immunitaria attenuata. La quantità di EV secreta dalle cellule nasali era diminuita di quasi il 42% e anche le proteine antivirali nelle EV erano state compromesse.
Questi risultati suggeriscono l’ipotesi di nuove potenzialità terapeutiche. Ad esempio, una terapia farmacologica, come uno spray nasale, potrebbe essere progettata per aumentare il numero di EV sulla mucosa nasale o per aumentare la capacità di legare i recettori virali all’interno delle vescicole”.

Huang D, Taha MS, Nocera AL, Workman AD, Amiji MM, Bleier BS. Cold exposure impairs extracellular vesicle swarm-mediated nasal antiviral immunity. J Allergy Clin Immunol. 2022 Nov 28:S0091-6749(22)01423-3. doi: 10.1016/j.jaci.2022.09.037. Epub ahead of print. PMID: 36494212.