“La malasanità? Dimentichiamola, c’è tanto di buono all’ospedale di Civitavecchia”

CIVITAVECCHIA – Scrivo questa lettera perché sono vivo, ovvio si potrebbe dire, invece no, perché martedì della scorsa settimana ero lì pronto ad andarmene verso l’aldilà. Per i tempi di crisi nei quali viviamo, probabilmente sarebbe stata una liberazione, forse però il Buon Dio ha voluto darmi altro tempo per portare a termine il mio destino. Cionondimeno, occorre far conoscere che, senza gli angeli del Pronto Soccorso e della Unità di Terapia intensiva di Cardiologia dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia, le penne a questo giro di valzer non le avrei riportate a casa.
In un periodo, ove ogni giorno si sente sbraitare contro la sanità pubblica (a volte anche per interessi occulti), non posso esimermi dall’esprimere un ringraziamento dal profondo del cuore a coloro che con professionalità, attenzione e profonda umanità, mi hanno fatto uscire pienamente ristabilito, dal reparto, solo una settimana dopo. Martedì mattina della scorsa settimana infatti, al pronto soccorso, prontamente vengo assistito e gestito nel miglior modo. Embolia polmonare: immediate cure del caso e spedizione al reparto UTI e che significa? Presto svelato, un reparto dove le migliori strutture di monitoraggio e cura sono associate ad una equipe eccezionale. I Dottori Iacomelli e Calcagno, tutto il personale infermieristico e ausiliario danno il meglio di sé, in un clima che davvero fa star meglio solo a vedere i loro sorrisi. Passo dunque meno di una settimana tra analisi, terapie, monitoraggi, medicine, sorrisi e premure. Arriva martedì 26 e dopo un nuovo eco-doppler del Dott. Azzardi si osserva che l’assetto è ristabilito, con le solita precisione vengo informato delle attenzioni che dovrò avere e l’iter da svolgere da qui a qualche mese per tornare in forma come prima. Si ascoltano tutti i giorni cose brutte sulla sanità pubblica ed io che scrivo questa lettera perche sono vivo, ho voluto proprio raccontarla questa storia di eccellenza e amorevole premura. Spero che non rimanga dimenticata tra le pieghe di una quotidianità mediatica che tutto trascina ma, al contrario, rimanga nei cuori (e nei polmoni, è il caso di dirlo) di coloro che hanno, come me, provato questa esperienza – brutta per alcuni versi – bellissima per tanti altri!. Mille grazie a tutti.

Massimiliano Baldacci