Esperti della Sindrome ADHD riuniti a Formello per un importante evento formativo

FORMELLO – Specialisti, medici , operatori scolastici e famigliari si sono ritrovati ieri a Formello, nella suggestiva cornice del Palazzo Chigi, per un evento formativo organizzato dalla Asl Roma F dal significativo titolo: “ADHD nel giovani adulti: aspetti diagnostico-terapeutici e prospettive nell’inclusione sociale e lavorativa”. Un successo organizzativo, con il supporto della d.ssa Stacconi dell’ Associazione AIFA, che ha visto coinvolti circa cento partecipanti per un programma denso di interventi da parte di esperti provenienti dalla LUISS, dalla LUMSA e dall’Universita Tor Vergata di Roma.
Una sindrome – l’ ADHD nei giovani adulti – ha illustrato il Direttore Generale dott. Quintavalle nella sua introduzione – che è poco conosciuta sia in termini diagnostici che operativi. Difatti abbiamo una importante riduzione della prevalenza in età adulta a seguito di una parziale remissione della patologia, ma soprattutto per la .scarsa classificazione dei soggetti o loro inclusione in altri disturbi che in questi casi sono delle comorbilità. Il riferimento è al disturbo bipolare, ai disturbi d’ansia, al disturbo ossessivo compulsivo, ai disturbi del comportamento orientati alla psicopatia: stante la difficoltà a porre la diagnosi, diventa ancora più difficile precisare le attività operative di cura e di supporto necessarie per una evoluzione positiva del disturbo.”
“Questo evento formativo – ha chiarito il dott. Munelli, responsabile scientifico dell’evento – cerca di dare conoscenza, esperienza e condivisione di pratiche sulla diagnosi con utenti ADHD. Si tratta di una questione centrale nella cura del paziente e dell’evoluzione della storia naturale della malattia. È solo a partire da una diagnosi ben fatta e restituita che è possibile avviare un percorso di cure efficaci. Nell’ ADHD come per altre disabilità è opportuno procedere a diagnosi differenziate che possano orientare i clinici, i pedagogisti e le famiglie verso alcuni aspetti specifici di difficoltà del singolo caso.”
Il convegno ha cercato anche di fornire conoscenze relative ai percorsi formativi in cui questo tipo di paziente è particolarmente esposto ad insuccessi e nei progetti di inclusione lavorativa che rappresentano un passaggio fondamentale per l’integrazione sociale e interpersonale, non trascurando una particolare attenzione nell’organizzazione dei trattamenti farmacologici e psicoterapeutici nei servizi pubblici.