Cosa c’è di nuovo nella senologia della Asl Roma 4

CIVITAVECCHIA – Grazie alle risorse ottenute dalla ASL la Senologia della Roma 4 è stata in grado di offrire alle pazienti un servizio sempre più innovativo ed all’avanguardia.

“Abbiamo iniziato l’anno acquistando delle basette dove posizionare i noduli asportati e da inviare per l’esame istologico: – si legge in una nota della Asl Roma 4 – queste basette, di due misure diverse (Small e Large, Destra e Sinistra), ci consentono di orientare alla perfezione i margini della neoformazione che vengono fissati con delle apposite spille nei quattro punti cardinali (craniale, caudale, mediale e laterale). Subito dopo abbiamo acquistato dei contenitori che ci consentono di trasportare queste basette con una quantità di liquido per la fissazione dei tessuti (formalina, tossica) sensibilmente minore rispetto a prima. Siamo poi passati all’acquisto di nuove medicazioni che favoriscono l’aspirazione delle secrezioni, mantenendo le ferite più asciutte, con minor tempo di guarigione, e con la possibilità di far uscire le pazienti dalla sala operatoria con il proprio reggiseno indossato”.

Da luglio del 2019 la ASL Roma 4 ha poi deliberato l’acquisto di test genomici per il tumore della mammella, test validati in grado di predire la probabilità che la chemioterapia sia efficace in un gruppo selezionato di pazienti (con tumore della mammella allo stadio iniziale, a linfonodi negativi o positivi fino a un massimo di 3, con recettori estrogenici positivi ed HER2 negativi), come pure di predire la probabilità di ricaduta a distanza, a 10 anni dalla diagnosi.

Nell’UE, si stima che venga somministrata la chemioterapia al 40% – 50% delle donne, quando solo una percentuale molto modesta (< 5%) ne trae un reale beneficio. Gli schemi di trattamento correnti quindi determinano un significativo eccesso di prescrizione della chemioterapia adiuvante citotossica. Il test permette di prendere decisioni personalizzate riguardo al trattamento fornendo informazioni sulla biologia che sta alla base di un determinato tumore, e risulta essere PREDITTIVO (dando informazioni sulla probabilità che la paziente tragga beneficio dalla chemioterapia) e PROGNOSTICO (quantificando la probabilità di ricaduta per tumore a 10 anni per quella paziente).

Attualmente il test è a disposizione delle pazienti affette da carcinoma mammario, da parte dei Servizi Sanitari Statali nei seguenti paesi europei: Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Svizzera, Spagna, Grecia, mentre negli USA e Canada sono usati nella pratica clinica da oltre 10 anni.

Nello specifico si è dimostrato che: il 48% delle pazienti alle quali era stata originariamente prescritta la terapia ormonale più chemioterapia (prima di conoscere i risultati del test) è passato alla sola terapia ormonale dopo il risultato del test; il 18% delle pazienti alle quali era stata originariamente prescritta la sola terapia ormonale è passato alla terapia ormonale più chemioterapia.

Quindi la genomica aiuta ad evitare una chemioterapia non necessaria ed i relativi effetti collaterali per le pazienti La chemioterapia è associata ad importanti effetti collaterali indesiderati (tra i quali neutropenia febbrile, sepsi, tossicità gastro-intestinale, cutanea e neurologica, fatigue, alopecia, rischio di sterilità, menopausa precoce e neoplasie secondarie) che influenzano la qualità della vita della paziente e con un impatto negativo sulla vita lavorativa della paziente (per es. maggior numero di assenze dal lavoro, o la sua interruzione), dei suoi familiari (per es. più assenze dal lavoro dei familiari per assistere il paziente, maggiore necessità di aiuto per la cura dei figli, riflessi nella sfera privata/sessuale) e sulla sua vita sociale (per es. perdita di reddito, declassamento sociale). In una parola una qualità di vita fortemente inficiata. Pertanto, riuscire ad identificare efficacemente le pazienti che possono trarre beneficio dalla chemioterapia sarà di grande aiuto per migliorare la qualità della cura del tumore della mammella e per aumentare la precisione del trattamento deciso. La netta riduzione di prescrizione di chemioterapia determina la riduzione dei costi diretti (farmaci, ospedalizzazione) ed indiretti (riospedalizzazioni, comorbidità etc). Il costo dei farmaci rappresenta solo una quota relativamente modesta del costo totale della chemioterapia. Il costo medio stimato della chemioterapia adiuvante per i contribuenti del servizio sanitario è di circa i € 6-7.000 a cui si aggiungono le spese di supporto (per es. antiemetici, fattori di crescita), il trattamento di eventi avversi nel breve e nel lungo periodo (per es. ospedalizzazione, visite e cure mediche), i costi relativi alla somministrazione (per es. catetere venoso centrale, tempo di assistenza infermieristica e per la preparazione della chemioterapia) costi di monitoraggio ed ulteriori esami (prima, durante e dopo la chemioterapia).

Il test si avvale di materiale bioptico di routine o di campioni di tessuto chirurgico. La decisione di prescriverlo è generalmente attuata nell’ambito del team multidisciplinare, tenuto conto dei tradizionali fattori prognostici individuali (età, dimensioni del tumore, stato linfonodale, stato dei recettori ormonali, grado istologico, attività proliferativa). Su queste basi è possibile calcolare il Recurrence Score (RS) nell’ambito di un range predefinito da o a 100 con tre range di rischio: basso(0-18), Intermedio (18-30), ed alto (>30). Dal suo valore si estrapola la percentuale di potenziale recidiva del tumore stesso nei successivi 10 anni in quella determinata paziente, oltre che della sua chemio sensibilità, offrendo al medico ed alla paziente informazioni utili a determinare, nel contesto del quadro clinico laboratoristico della paziente, quali casi possono essere risparmiati da una potenziale chemioterapia inutile. I risultati sono resi disponibili online tramite un portale ad accesso sicuro, e/o sono inviati al clinico referente entro 7-10 giorni dalla presa in carico del campione, sotto forma di report che include non soltanto il valore di RS e le relative implicazioni prognostiche e predittive, ma anche lo stato dei recettori ormonali e dell’espressione del marcatore genico HER2.

In sintesi permette di:
1. Ridurre i costi derivanti dall’uso della chemioterapia.
2. Ridurre i costi derivanti dalla gestione della tossicità da chemioterapia (farmaci di supporto, visite mediche, ospedalizzazioni).
3. Ridurre i costi indiretti derivanti dalla tossicità da chemioterapia (riospedalizzazioni, comorbidità).
4. Permettere alle pazienti affette da carcinoma mammario in fase precoce di continuare ad essere sottoposte al test, in modo da evitare un eventuale trattamento chemioterapico, con un significativo guadagno in termini di qualità di vita, indipendentemente dalle proprie disponibilità economiche.

L’anno 2019 si chiude infine con l’acquisto del PlasmaBlade, un nuovo bisturi al plasma che permette di operare a più basse temperature di esercizio, di non emettere fumi nocivi, di diminuire l’entità dei sieromi e di accorciare ulteriormente i tempi di recupero dall’intervento chirurgico.

“Guardiamo al futuro in modo sempre più positivo, coscienti di aver fatto un lavoro serio e di aver reso un buon servizio alla popolazione della Roma 4 e dintorni: nel corso del 2019 sono state visitate per la prima volta circa 700 donne, 550 sono state le visite di controllo, 100 approfondimenti con ago aspirati e micro biopsie, circa 200 interventi chirurgici”, concludono dalla Asl Roma4.