Chi si libera in modo improvviso dal vizio del fumo sembra avere maggiore probabilità di perdere l’abitudine rispetto a chi ha ridotto il consumo gradualmente. In un recente studio, un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, ha valutato gli effetti delle cessazione del fumo in un gruppo di forti fumatori, lavorando con 697 pazienti e dividendoli in due gruppi di cui 342 che riducevano gradualmente il numero delle sigarette e 355 che hanno smesso di fumare da un giorno all’altro. Ogni persona aveva un “giorno di interruzione” due settimane dopo l’ingresso nello studio, con un incontro con un membro del team di ricerca una volta a settimana. Metà delle persone ha preferito diminuire gradualmente, un terzo, invece, ha smesso di fumare bruscamente; il resto non aveva preferenze prima dell’inizio dello studio, ma queste preferenze non hanno comunque influito sulla decisione di inserirle in un gruppo piuttosto che in un altro. Nel gruppo graduale, i partecipanti hanno ridotto il consumo di sigarette del 75% nelle due settimane, e ai partecipanti, in questo periodo, sono stati forniti cerotti alla nicotina ed una scelta tra gomme da masticare, pastiglie, spray nasali, tavolette sublinguali, inalatori, o spray orali. Nel gruppo della brusca interruzione i partecipanti hanno ricevuto cerotti alla nicotina da 21 mg per 24 ore, visto che alcune prove suggeriscono che questo possa aumentare la probabilità di successo, ma non altri prodotti, ed a loro è stato detto di fumare come erano abituati fino alla “data di interruzione”. Quattro settimane dopo, il 40% del gruppo graduale continuava a non fumare, in confronto al 49% del gruppo che ha interrotto bruscamente, come verificato dalle analisi chimiche del fiato. Quelle persone che avevano detto che avrebbero preferito una diminuzione graduale prima dello studio avevano meno probabilità degli altri di essere astinenti dalle sigarette a questo punto. Dopo sei mesi, il 15% di chi aveva smesso in modo graduale ed il 22% di chi aveva smesso bruscamente era ancora astinente. “Ci sono molte prove che suggeriscono che se qualcuno vuole smettere di fumare il modo migliore per farlo è cercando aiuto sotto forma di consulenze sul comportamento e trattamenti come la sostituzione della nicotina, per esempio cerotti o gomme da masticare, oppure la vareniclina” ha dichiarato la dottoressa Lindson-Hawley. “Tuttavia, ci sono benefici anche dalle linee telefoniche per chi vuole smettere, in particolare se queste forniscono un supporto proattivo per chi sta smettendo”. Quelli che scelgono di smettere gradualmente sono spesso più dipendenti ed hanno fallito di smettere bruscamente diverse volte in precedenza, ha detto il dottor Dr. John Hughes dell’Università del Vermont a Burlington.” Circa un terzo dei tentativi di smettere includono una riduzione graduale”, dice Hughes. “Per molte persone, il metodo più semplice di smettere di fumare è ridurre gradualmente finché il numero di sigarette”, ha detto l’autore principale dello studio Nicola Lindson-Hawley, ricercatore post-doc dell’università di Oxford. “Tuttavia, è meglio smettere di fumare improvvisamente, ed il nostro studio ha trovato delle prove che supportano questa tesi”, spiega la dottoressa Lindson-Hawley. “Quello che abbiamo scoperto è che più persone sono riuscite a smettere quando hanno deciso di non fumare più da una momento all’altro rispetto a quando hanno ridotto gradualmente il consumo”. Lo studio è stato pubblicato lunedì 14 marzo da Annals of Internal Medicine. Si tratta di una significativa scoperta, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” che apre significativi spiragli contro la lotta al tabagismo.
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