Christmas Beer: a Natale si beve birra artigianale

Con l’arrivo delle festività le tavole diventano protagoniste indiscusse dei nostri giorni e sempre più, negli anni, per accompagnare i luculliani pasti delle festività, al vino e allo spumante si è affiancata la birra artigianale. Il mondo dei birrifici, italiani e stranieri, in questo periodo infatti produce le cosiddette “Christmas Beer”, ovvero delle birre realizzate in occasione del Natale.

Non si parla di un vero e proprio stile ma di birre che sono uniche, perché cambiano di anno in anno. Infatti i mastri birrai, per questa ricorrenza, rivisitano le loro ricette e interpretano così la loro idea del Natale, rendendo i loro prodotti ideali per accompagnare i dolci tipici delle festività o semplicemente allietare e scaldare un dopo cena tra amici.

Oltre che da accompagnamento, le birre di Natale sono sempre più un regalo gradito da lasciare sotto l’albero. Sempre più spesso, infatti, i produttori studiano intriganti confezioni regalo o imbottigliano le loro preziose birre d’occasione in formati “magnum” da un litro e mezzo.

Come dicevamo non si può parlare di “stile” perché le birre di Natale sono tutte diverse fra loro, benché solitamente presentino delle caratteristiche comuni, soprattutto sugli ingredienti utilizzati per aromatizzarle: cannella, spezie, frutta secca, agrumi, frutti rossi e miele spesso la fanno da padrone nella costruzione di queste particolari birre, profumate e corpose. Altro elemento comune è l’elevata gradazione alcolica, che va dai 7 ai 10 gradi.

Ma da dove proviene la tradizione delle Christmas Beer? Il centro di tutto è il Belgio di qualche secolo fa, anche se ogni paese ha una tradizione brassicola in tal senso. In Europa, infatti, ogni nazione interpreta le sue birre di Natale in modo diverso. In origine esse erano prodotte a uso e consumo familiare, poi sono divenute parte della produzione dei birrifici artigianali che, per l’occasione, sfoderano tutte le loro conoscenze e i loro ingredienti più pregiati, a partire dai malti e dai luppoli, con risultati spesso straordinari.

Come orientarsi, dunque, nella vasta offerta di birre di Natale di quest’anno? Lo abbiamo chiesto al Domus Birrae, distributore leader in Italia nel campo della birra artigianale, che ci ha illustrato le varie tipologie presenti nella sua scuderia, adatte ad ogni tipo di gusto. Si va da quelle di ispirazione belga alle affumicate, fino alle birre con sentori di frutta secca o canditi. Ecco, secondo loro, i must da non perdere per questo imminente Natale.

Il Birrificio Lariano propone la Raku, una birra alcolica e leggermente affumicata, con sentori di frutta rossa e agrumi. Per rimanere sempre sul genere anche il Birrificio Rurale ha tra le sue birre la Smoky, una moderna interpretazione delle Rauch Beer tedesche, molto bevibile ed equilibrata.

Gli amanti delle note fruttate tipiche di questo periodo dell’anno non potranno non provare la 25 Dodici di Birra del Borgo, una birra calda e avvolgente contraddistinta da note di frutta secca, uva sultanina e noci, con sentori di caramello, miele di castagno, ciliegia e ribes. La Weizenbock di Rittmayer, invece, ha un potente aroma di frutta matura e sentori di chiodi di garofano, con essenze affumicate e di uva passa. E che ne dite di una birra creata con l’aggiunta del frutto della passione? Parliamo della Passion Feber di Brewski, una particolare India Pale Ale dalle note fruttate.

La dolcezza è di casa anche per il Birrificio del Ducato che, per la sua Winterlude, utilizza il luppolo belga di Poperinge. Una birra ad alta fermentazione rifermentata in bottiglia con aromi di frutta sciroppata, zucchero candito, crosta di pane e erba cipollina. Il richiamo al Belgio è seguito anche da Extraomnes con la sua Kerst, una birra ad alta gradazione in stile belga prodotta con l’aggiunta di miele. Il Birrificio di Cagliari, con la sua Santu Miali, propone una Belgian Strong Ale con luppoli Simcoe e Northern Brewer.

E per i più “golosi” la Black Christmas di Toccalmatto ha in sé tutti i gustosi aromi di stagione (arancia dolce, vaniglia, cannella, cacao, cioccolato, caffè e liquirizia), mentre la Toats, realizzata in collaborazione con Stillwater, è probabilmente la prima birra al mondo 100% avena, con aromi di vaniglia, creme caramel e una luppolatura fruttata ed esotica. Sempre di Toccalmatto è la Sturm Und Drang, una birra in cui si esaltano i luppoli nobili tedeschi, che esprimono i loro profumi erbacei grazie a generosi dry hopping.

Tornando al dolce il danese Amager, con la sua Secret Santa, propone una birra di grande corpo con sentori di toffee, caramello, frutti rossi e spezie. La Krampus di Ducato, invece, ha delle note balsamiche e dei richiami alla frutta candita e alle spezie. In tre parole: dolce, calda e piena.

Chi non può fare a meno del gusto deciso del caffè non potrà perdere la King Kegwa di Ghost Brewing, una Imperial Coffee Stout realizzata con chicchi di caffè della regione Kirinyagaô Ngiriambu. AleBrowar, invece, propone la Sweet Cow, una birra nera in stile Sweet Stout morbida e vellutata, con note di caffè e cacao. Sugli stessi aromi è anche La Santa Muerte di Amager, che si arricchisce di sentori di caramello, corposa, avvolgente, nerissima e con una schiuma color cappuccino.

E chi vuole festeggiare queste feste con una birra “sontuosa” non potrà non apprezzare la “barrel aged” del Birrificio Pontino, la versione invecchiata della Hopped Ink. Otto mesi di conservazione in botti di rovere che precedentemente ospitavano Sagrantino e due mesi di maturazione nei fusti per avere una birra che inebria con i suoi aromi di frutti rossi, vaniglia, le note tostate e leggermente vinose.

Non abbandona le note del vino nemmeno Crak con la sua Double IPA da 9% alc. Il suo aroma di uva spina, conferito dal luppolo Nelson Sauvin, si equilibra con le note resinose e di albicocca del Rakau. Fruttata all’inizio, ma con un amaro tagliente e un finale secco che lascia il segno!

La birra artigianale, dunque, entra a pieno titolo nella lista della spesa dei pranzi e delle cene natalizie, ma anche nella wishlist dei regali più graditi. Una tradizione, quella delle festività, che evolve anche in base al panorama brassicolo di qualità, nazionale e internazionale, sempre più vivo e attento al mondo che lo circonda.