Un moderno Don Chisciotte per salvare il teatro

CIVITAVECCHIA – Che fine ha fatto Don Chisciotte? Nello spettacolo andato in scena gli scorsi giovedì 9 e venerdì 10 febbraio al Nuovo Sala Gassman, “Don Chisciotte contro gli spiriti del male”, l’inossidabile eroe del ‘600 viene catapultato in un presente, onirico ma non troppo, e costretto a combattere con un tipo moderno di mulini a vento, fatti di soldi, di potenti e di istituzioni.
Il testo in dialetto napoletano di Gennaro Monti mette insieme Don Chisciotte, accompagnato da una partenopea versione di Sancho Panza, alias Pulcinella 2.0, a una compagnia di illusionisti in decadenza, che rischia di perdere il proprio teatro. Il nobile cavaliere sgangherato, in sella ad un cavallino di pezza, e il perennemente affamato accompagnatore si uniscono all’altrettanto affamata compagnia per combattere dei camorristi, ridicolmente cattivi, che vogliono comprare il teatro per costruirci un gigantesco centro scommesse.
Con l’aiuto degli spiriti di due illusionisti che abitano la sala, riusciranno infine a portare a compimento l’opera, convincendo i due antagonisti della bellezza del teatro ma, ahinoi, solo in sogno. L’incubo dello svanimento del teatro infatti è reale. Al posto del centro scommesse c’è un centro commerciale, ma l’amara delusione di Pulcinella, come pure la nostra, è la stessa.
Su di un’impalcatura di sketch da commedia dell’arte e personaggi decisamente comici si posa in realtà una più grande e seria riflessione sul teatro, in particolare quello amatoriale e non sovvenzionato, sempre a rischio di “rinnovamento”, ma in senso economico. Una tematica che il regista dello spettacolo, nonché Pulcinella, Sacha Pilara e la sua compagnia mista di professionisti e dilettanti della scuola Blue in the Face riescono bene a rendere sulla scena.
Lo spettacolo infatti è stato largamente apprezzato da una sala piena, che non ha risparmiato risate e applausi per l’eclettico Sacha, come pure per gli allievi (alcuni di loro solo da pochi mesi). Tutti hanno dunque dimostrato di essere incarnazione reale del personaggio di Don Chisciotte, combattendo, in questo come in ogni spettacolo, recitando contro tutti i mulini a vento, fino ad uscirne vincitori.