Un aeroporto nell’Alto Lazio

CIVITAVECCHIA – In molti avranno seguito le vicende di Fiumicino, componente importante del network marittimo, ma anche sede di un grande aeroporto, il maggiore della Penisola. Un aeroporto che distribuisce, unitamente alle molteplici opportunità occupazionali i disagi connessi al funzionamento dell’infrastruttura.
Ora, le problematiche aeroportuali di Fiumicino sembrano addirittura aggravarsi dal momento che per soddisfare le crescenti esigenze di movimento di passeggeri e merci è stata redatta una convenzione Enac-AdR che prevede addirittura il raddoppio dello scalo. Un piano che, come è risaputo, incontra le tenaci resistenze della popolazione, espresse anche da appositi comitati. E l’opposizione al piano viene condotta con determinazione e competenza: si esprime non con un no di principio a qualsiasi ipotesi di potenziamento del trasporto aereo, ma piuttosto con argomentazioni circostanziate che assumono la forma di un progetto alternativo inteso a migliorare le prestazioni dell’aeroporto ad area invariata. In sostanza, il comitato eccepisce che sussistono concrete possibilità di ottenere gli auspicati incrementi del traffico aereo senza dover ricorrere al consumo di altre porzioni di territorio. Che poi, guarda caso, si trovano nelle mani dell’importante famiglia dei Benetton. Altri, invece, intravedono la possibilità di un’organica sistemazione del traffico aereo e di un reale alleggerimento dell’impatto su Fiumicino solo nel dirottamento dei voli low cost su un altro scalo, ovviamente ancora da realizzare. Si riaffaccia così, tra le possibili soluzioni, quell’ipotesi di cui si è discusso per tanto tempo, da noi e nel comprensorio, e che è rimasta allo stadio di proposta per il sopraggiungere della grave crisi economica.
Sarebbe insomma questo il momento opportuno per rilanciare l’ipotesi di costituire un polo logistico all’avanguardia nell’Alto Lazio, operando una scelta felice: la creazione dell’auspicato scalo per i voli low cost nel comune di Tarquinia, dove non mancano certamente gli spazi adeguati. La località, ormai egregiamente servita dalla rete autostradale, è vicina a Viterbo e a due passi da Civitavecchia, il maggiore porto croceristico del Mediterraneo, sede di compartimento marittimo e, in prospettiva, dell’Autorità portuale dell’Italia centro- settentrionale.
Si immagini la svolta, la nuova centralità che ne verrebbe sotto tutti i riguardi per il litorale nord e per la Tuscia: una vera rivoluzione che potrebbe incrementare il Pil di una vasta zona con il potenziamento delle attività marittime e aeree industriali e terziarie, delle attività aero-portuali e ausiliarie ai trasporti.

Mauro Campidonico, Francesco Castriota e Giuseppe Fresi – Coordinamento del Polo Civico