Si rompe anche l’ultimo ascensore del Tribunale: “Situazione insostenibile”

Tribunale Civitavecchia

CIVITAVECCHIA – L’ultimo ascensore funzionante in Tribunale ha smesso questa mattina di funzionare nel pieno dell’attività lavorativa di avvocati, clienti, operatori di giustizia, magistrati, consulenti. A rendere noto l’accaduto il Presidente dell’Ordine degli avvocati Paolo Mastrandrea, che racconta nei dettagli l’accaduto.
“Una Consulente Tecnico d’Ufficio, che aveva udienza alle ore 10:30 per prestare il giuramento in udienza al secondo piano non ha potuto raggiungere l’aula in quanto disabile. Ho dovuto chiedere al magistrato di poter tenere l’udienza, eccezionalmente per quella singola causa, nei locali dell’Ordine situati a pian terreno dell’edificio di via Terme di Traiano. Nel frattempo, un Collega con analoghi problemi di deambulazione che era riuscito a prendere l’ascensore prima che si guastasse per partecipare ad una udienza al secondo piano, rimaneva bloccato senza poter scendere e sbrigare altre incombenze. Vi sono tre ascensori in Tribunale, dei quali due da giorni fuori uso. Il guasto dell’unico funzionante ha reso questa giornata orribile per chi doveva fruire dei servizi del Tribunale e non poteva usare le scale”.
La situazione, per Mastrandrea, è ormai da anni insostenibile, e non si tratta solo degli ascensori. “Siamo da tempo abituati a scendere sotto la soglia del decoro – prosegue – per una perversa normazione del regime di manutenzione degli uffici di giustizia che prima era demandata al Comune ed oggi è competenza diretta del Ministero, con ostacoli impossibili da valicare in termini burocratici anche solo per cambiare una lampadina. Nei fatti, ci ritroviamo un parcheggio interno dissestato, con una rigogliosa flora spontanea che invade l’area e pone a rischio di incendio le strutture, servizi igienici impraticabili, locali privi di illuminazione, condizionamento dell’aria perennemente guasto in estate ed in inverno. Eccezionalmente, lo scorso anno il Presidente Mantelli era stato gratificato di circa 5.000,00 euro per provvedere alle spese correnti, pur avendo ricevuto il sopralluogo di tecnici del Ministero che avevano preso atto del degrado. Con tale somma è difficile manutenere in via ordinaria un appartamento civile, figuriamoci un complesso delle dimensioni del Tribunale, della Procura e del Giudice di Pace, con un transito quotidiano di persone impressionante”.
“I luoghi di pubblico accesso devono, per legge, essere accessibili a tutti, altrimenti è discriminazione bella e buona. Mi chiedo – conclude – per quale motivo le norme tassative in tema di sicurezza e salubrità debbano essere rispettate alla virgola per un imprenditore o una semplice bottega, pena la chiusura, e non in un Tribunale, luogo di legalità per definizione”.