Regione. Perilli: “Le nomine illegittime di Zingaretti costano 5 milioni ai cittadini”

ROMA – Cinque Stelle a muso duro contro il Governatore Zingaretti dopo le sentenze del Tar sull’eccessivo numero di dirigenti esterni dalla Regione Lazio. Il Consigliere regionale grillino Gianluca Perilli, commentando le sentenze, parla di “un management regionale allo sbando sono ormai evidenti: 25 dirigenti dichiarati illegittimi dal Tar e 18 revocati a seguito di una nostra denuncia alla Procura della Repubblica”.
Il superamento del limite stabilito dalla legge è così accertato dal tribunale: “l’intera dotazione organica dei dirigenti regionali è pari a 320 unità. Calcolando 1’8% di 320, il limite per il ricorso a soggetti esterni sarebbe pari a 26 unità (…) sono attualmente in servizio presso la Regione Lazio 68 dirigenti esterni, di cui 6 apicali, 42 dirigenti sub-apicali e 20 dirigenti di strutture di diretta collaborazione.” Il Tar conclude affermando che “Il limite massimo risulta comunque superato”.
“La scelta di Zingaretti di non aver nemmeno cercato professionalità idonee nell’organico regionale – afferma Perilli – è stigmatizzata dal Tar nel momento in cui accoglie ‘anche la censura con la quale i ricorrenti hanno contestato la scelta dell’Amministrazione di rivolgersi all’esterno per la copertura degli incarichi dirigenziali, nonostante fossero rinvenibili all’interno dell’Amministrazione professionalità idonee allo svolgimento di tali compiti’. Un concetto che abbiamo ripetuto e argomentato in ogni atto depositato dal nostro arrivo alla Pisana, senza avere mai una risposta da Zingaretti. La mancanza di programmazione di Zingaretti è ben descritta dai giudici, quando osservano che ‘il reclutamento esterno di dirigenti regionali risulta, infatti, avvenuto senza che l’Amministrazione resistente abbia provveduto ad effettuare una adeguata programmazione triennale ed annuale del fabbisogno di risorse umane’. Soldi buttati per assumere dirigenti senza sapere se saranno ancora necessari tra due anni”.
“Queste nomine illegittime – conclude – costano ai cittadini del Lazio quasi 5 milioni di euro l’anno, risorse sottratte ai servizi fondamentali come la sanità, i trasporti e il rilancio dell’occupazione.”