Qualche pecca ma folto pubblico e tanti applausi per “Il lago dei Cigni”

CIVITAVECCHIA – Un pubblico numerosissimo e soddisfatto ha lasciato il Traiano venerdì sera dopo “Il Lago dei Cigni” di Luigi Martelletta. Sulle musiche di Tchaikovsky, Martelletta ha realizzato un lavoro “vivace” e “snello”, come da libretto, e attento alle tradizionali coreografie di Marius Petipa. Interpretato dalla Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini, questo Lago dei Cigni è forse un lavoro poco equilibrato, che vede riassunto l’ultimo atto in un epilogo breve, che lascia poco spazio al dramma di Odette e alla disperazione del principe.

Molti gli applausi e molti i commenti positivi sulla bravura dei ballerini da parte del pubblico entusiasta, in pochi quindi sembrano aver notato la scarsa caratterizzazione dei personaggi che imperversa nello spettacolo, rendendolo a volte piatto e poco drammatico. I primi a non dare quella vibrazione necessaria sono proprio i protagonisti, fra cui la stessa prima ballerina Marija Kicevska: un’Odile uguale ad Odette troneggia sul secondo atto, senza un minimo cambiamento se non nel costume. Pieno di energia e malvagità è invece Rothbart, che dona al balletto un coinvolgimento emotivo, altrimenti assente, tramite la sua mimica e le sue dure movenze. Una nota negativa va fatta anche sui costumi troppo poveri. Infatti, nonostante si noti lo studio di fondo sugli abiti, i tessuti sono pacchiani e i tagli poco raffinati, fornendo al balletto un aspetto poco regale e più amatoriale. Un vero peccato dato che i costumi avrebbero potuto donare una caratterizzazione maggiore ai personaggi, aiutando i ballerini ad impersonarsi nel proprio ruolo.

Promossa invece la classica scenografia dipinta che si staglia sul fondale, una scelta tradizionalista, ma sempre efficace, che conferisce solennità ad una balletto che vuole essere moderno nella sua facile fruibilità. Infatti “Il Lago dei Cigni” di Martelletta è un balletto semplice da seguire, veloce e non ripetitivo, un balletto per tutti e che può anzi portare ad un allargamento di pubblico in un settore spesso troppo elitario.

 

Lorenzo Piroli