Perché la sollevazione del centrodestra contro il possibile arrivo di migranti a Civitavecchia è intrisa di ipocrisia? Di certo non per le ragioni della protesta, non solo legittime ma alcune delle quali largamente condivisibili, quali ad esempio le condizioni di sicurezza e la reale accoglienza che si potrebbero offrire a chi sbarca oppure le ripercussioni sulle attività portuali con l’occupazione della banchina 28. Non è certo il merito delle argomentazioni che può essere censurato perché significherebbe legittimare il principio per cui esistono una sola ragione ed un sostanziale pensiero unico. Semmai si può affermare che la linea di confine, o meglio lo spartiacque tra le ragioni di chi è pro o contro l’accoglienza ai migranti, è un senso di carità e solidarietà che vanno oltre i problemi o i pericoli derivanti da un improvviso arrivo di disperati. Un concetto che in tal senso supera anche l’amenità de “L’Italia agli italiani” perché altrimenti, così formulato il pensiero, significherebbe che se i pro accoglienza dovrebbero ospitare nelle loro case un migrante, altrettanto dovrebbero fare i sostenitori dell’italicità, ospitando nelle loro abitazioni un italiano in difficoltà. Ma non mi sembra affatto che accada.
La questione è tutt’altra e si riferisce alla credibilità di certi personaggi che oggi si stracciano le vesti per il futuro di Civitavecchia e trasudano ipocrita indignazione e preoccupazione per la popolazione del territorio, volendo farci intendere, dunque, che il vero problema di Civitavecchia sono i possibili migranti. A cominciare da Matteo Salvini, autentico campione di ipocrisia e sciacallaggio per pura propaganda elettorale. Da anni questa città è falcidiata da un tasso di malattie alle vie respiratorie e patologie tumorali oltre qualunque comprensibile statistica; i decessi su tutto il territorio sono chiaramente al di sopra della media nazionale; i dati sono costantemente terribili e impietosi. Perché terribile e impietoso è l’inquinamento che ci ammorba. Niente è stato concretamente fatto finora dalle istituzioni per contrastarlo. Nessuno ha mai voluto finora riconoscere Civitavecchia come un caso di emergenza nazionale. Salvini se ne è mai preoccupato? Si è mai indignato? Si è mai proposto di venire a Civitavecchia a contrastare fisicamente la mattanza della sua popolazione? Non si è mai visto né sentito. Eppure è un eurodeputato, eppure a Bruxelles di istanze da parte del territorio, soprattutto da parte dei vari coordinamenti dei medici, ne sono giunte numerose in questi anni. E lui, che da 8 anni siede nel Parlamento Europeo, cosa ha fatto per Civitavecchia e la sua popolazione? E’ davvero all’oscuro del problema? Cosa ha detto o quanto si è indignato quando i dati della Commissione europea sul carbonio, analizzati successivamente dalla Sandbag Climate Campaign, con sede a Bruxelles, lo scorso aprile hanno inserito la centrale di Torre Valdaliga Nord tra i dieci impianti a carbone più inquinanti d’Europa? Non ci è dato sapere. Lo stesso interrogativo andrebbe posto ad Alessandra Mussolini, preoccupatissima lunedì al Pincio per le conseguenze del possibile arrivo dei migranti in questo territorio. Proprio lei che da deputata di Alleanza nazionale nel 2003, insieme al suo partito e a tutto il Popolo delle Libertà, Lega Nord compresa, sostenne la riconversione a carbone di Tvn condannando questo territorio ad altri 30 anni di terribile inquinamento e sfruttamento. Mai una preoccupazione, mai una indignazione da parte sua. Meno che mai da parte del redivivo Moscherini, che nel plateale appoggio all’allora Governatore della Regione Storace, perentorio assertore della riconversione, del carbone e dell’inquinamento non si è mai preoccupato. Così come Massimiliano Grasso, che dell’Enel e della riconversione di Tvn, nel 2003, attraverso le colonne del suo giornale fu convinto sostenitore. Oggi si indigna e si preoccupa pure lui, ma per gli immigrati. Quanto poi alla dirigenza locale di Forza Italia, in questo contesto, meglio stendere un velo pietoso.
Ma non solo inquinamento, perché l’altro dramma di questo territorio è l’occupazione. L’indignazione di Salvini, Mussolini, Moscherini, Grasso e il variegato centrodestra locale, tanto da indire una manifestazione di caratura nazionale e radunare a Civitavecchia formazioni di neosquadristi pronti a prendersi manganellate e denunce per il bene della città di fronte allo sbarco di migranti, quando si è mostrata per contrastare la nostra devastante disoccupazione? Gianni Moscherini gongolante all’inaugurazione del cantiere Privilege nel 2008, insieme al Cardinale Tarcisio Bertone e ad una parata di imprenditori nazionali assai vicini al centrodestra, perché non si è mai così vigorosamente indignato dopo il clamoroso fallimento dell’operazione? Che cosa hanno mai detto Matteo Salvini, Alessandra Mussolini, Nunzia De Girolamo, Roberta Angelilli e l’indignatissimo Simone Di Stefano di Caspound? Cosa hanno detto o prodotto quando aziende come Enel e Tirreno Power hanno lasciato le briciole alle imprese locali ed hanno cominciato a ridurre drasticamente i livelli occupazionali? Non abbiamo traccia né memoria della loro indignazione e delle loro barricate.
Per non parlare poi del problema forse più inquietante che sta progressivamente attanagliando Civitavecchia: la presenza di una criminalità organizzata, di stampo mafioso e camorristico, sempre più radicata nel territorio come ampiamente documentato da varie inchieste della Dia e della Dda da una quindicina d’anni a questa parte (qualcuno ricorda il caso Canale e Inzirillo nel 2001?). Eppure anche in questo caso silenzio assordante di buona parte di quel del centrodestra indignato e spaventato per i migranti.
E la risposta è fin troppo semplice: perché di questa popolazione e dei drammi di questo territorio, che non sono certo i possibili sbarchi di immigrati, evidentemente non è mai importato nulla all’allegra carovana di forestieri sfilata lunedì all’Arena Pincio e al Viale. E dunque la loro parata è stata soltanto pura e squallida propaganda infarcita di tanta retorica e stomachevoli luoghi comuni. La politica, ora più che mai, si fonda sulla credibilità di chi la rappresenta. E di credibilità questi personaggi non ne hanno alcuna qui a Civitavecchia.
Marco Galice