“Per superare la crisi bisogna mettere in campo strategie condivise”

CIVITAVECCHIA – Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile segnano a novembre 2016 il 39,4 %: un dato allarmante.
Se a ciò si aggiunge il ritorno in famiglia di molti giovani, dopo aver vissuto autonomamente per qualche anno, è chiaro che la crisi economica non è ancora finita.
È necessario riflettere sulle strategie finora messe in campo sia a livello nazionale sia a livello territoriale per uscire o, almeno, migliorare la condizione non solo dei giovani ma dell’intera società.
La congiuntura economica è negativa nel mondo, ma ancora di più in città e nel comprensorio a causa della mancanza di una seria programmazione che scaturisca dall’analisi dei bisogni e delle richieste della comunità.
Perché non si fa un’analisi seria, serena e indipendente dalla parte politica, senza invidia e rancore per riconoscere gli errori e ricostruire un tessuto operativo della città e del porto, mettendo al centro le possibilità e opportunità del territorio?
Il porto è il fulcro dello sviluppo, ma se ognuno pensa a se stesso, se si resta divisi, se ci si oppone ad opere indispensabili non si potranno mai raggiungere gli obiettivi per una “vera rinascita”.
La crisi economica sta portando alla sparizione di imprese locali, in particolare le più piccole, a vantaggio di realtà esterne. Mancano le professionalità locali, le strategie delle aziende non sono scelte a Civitavecchia ma all’estero, le società di servizi non sono gestite da imprese del posto.
È indispensabile trovare persone oneste e competenti per riqualificare la città attraverso professioni ormai perdute o consegnate ad altri.
Gli errori dovrebbero insegnarci a cambiare. Non pensiamo di non aver sbagliato, saremmo miopi.
Per superare la crisi bisogna mettere in campo strategie condivise.
Solo l’impegno civile, la professionalità onesta potranno restituire quanto necessita e merita la comunità.

Centro Studi Marittimi e Portuali “Raffaele Meloro”