“L’Italia è il Paese più inquinato in Europa dalle emissioni delle navi da crociera”. Questo è il dato che emerge dal nuovo rapporto Transport & Environment, l’organizzazione ambientalista indipendente europea, che pone l’attenzione sull’inquinamento atmosferico provocato dal turismo marittimo di lusso.
Civitavecchia è il secondo porto più inquinato d’Europa, subito dopo Barcellona che si trova in testa e seguita dal porto del Pireo ad Atene in terza posizione.
L’organizzazione ambientalista ribadisce che “Le navi da crociera inquinano più delle auto. Le emissioni atmosferiche di queste grandi imbarcazioni, infatti, secondo il rapporto, sono tornate ai livelli pre-pandemici, lasciando le città portuali europee a soffocare tra i fumi tossici. Nonostante l’introduzione da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale dell’ONU, nel 2020, di un limite più severo di concentrazione di zolfo nei carburanti, lo scorso anno le 218 navi da crociera europee hanno emesso più ossidi di zolfo (SOx) di 1 miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più di tutte le automobili del continente (253 milioni)”.
T&E riporta che “rispetto al 2019, il numero di navi da crociera, il tempo trascorso nei porti e il carburante consumato sono aumentati di circa un quarto (23%-24%) e ciò ha comportato un aumento delle emissioni di tre inquinanti atmosferici estremamente tossici: il SOx, che ha registrato un +9%, il NOx (ossidi di azoto), le cui emissioni sono cresciute del +18%, e il PM 2.5, aumentato del 25%“
Come detto Civitavecchia si trova al secondo posto della classifica tra le città più inquinate d’Europa. Nel rapporto si legge che, nella nostra città, “le navi da crociera hanno emesso, nel 2022, oltre 16 tonnellate di ossidi di zolfo: quasi 40 volte la quantità emessa dalle auto immatricolate nella cittadina laziale”.
Il miglior standard di concentrazione di zolfo nei carburanti per navi (0,1% di zolfo (S) | 1000 ppm) rimane 100 volte peggiore dello standard europeo per il diesel e la benzina stradali (0,001% di S | 10 ppm) in vigore già da 15 anni.
Nella classifica europea dei porti più colpiti dalle emissioni di SOx troviamo altre città italiane: Napoli (11esima), Genova (13esima) e Livorno (16esima). La città che ha fatto grandi passi avanti nella riduzione dell’inquinamento delle navi da crociera è Venezia, che è passata dall’essere il porto più inquinato nel 2019 alla 41° posizione nel 2022. Una diminuzione dell’80% degli inquinanti atmosferici grazie al divieto che è stato introdotto nel 2021, nella città lagunare, di accesso al porto per le grandi navi da crociere. “Questo dimostra che è possibile affrontare l’inquinamento atmosferico,” afferma T&E, “che chiede una maggiore elettrificazione dei porti per ridurre l’inquinamento e proteggere la salute”.
L’Italia, secondo il rapporto, risulta essere il paese più inquinato d’Europa nonostante il caso positivo di Venezia, superando anche la Spagna con Barcellona al primo posto della classifica.
Andrea Boraschi, direttore di Transport & Environment Italia, ha dichiarato: “La pandemia ha dato un po’ di tregua alle città portuali, ma ora è davvero finita. Le crociere sono tornate e località turistiche come Barcellona, Civitavecchia e Atene sono di nuovo soffocate dall’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi da crociera. Venezia ha dimostrato che affrontare l’inquinamento delle navi da crociera è possibile, ma i divieti non sono l’unico modo. I porti possono ridurre significativamente i livelli di inquinamento obbligando le navi a collegarsi all’elettricità in porto, invece di far funzionare i motori, e sostenendo l’adozione di carburanti a emissioni zero”.
Il rapporto di T&E pone l’attenzione anche sugli operatori con MSC Crociere tra i più inquinanti ” le sue navi hanno emesso quasi la stessa quantità di SOx di tutti i veicoli passeggeri in Europa. Se consideriamo tutte le società controllate, invece, è il gruppo Carnival quello che ha inquinato di più”.
La soluzione al problema non è quella di passare dal petrolio al gas, sostiene l’organizzazione ambientalista. “Molti operatori crocieristici come MSC stanno investendo nel gas fossile (LNG) come alternativa più pulita. Al momento, oltre il 40% delle navi da crociera ordinate ai cantieri navali mondiali è destinato ad essere consegnato con motori a doppia alimentazione a GNL (Gas Naturale Liquefatto). Queste navi sono migliori in termini di inquinanti atmosferici locali, ma sono estremamente dannose dal punto di vista climatico a causa delle perdite di metano dai loro motori, un gas oltre 80 volte più climalterante della CO2. La MS Iona di P&O, per esempio, ha emesso una quantità di metano pari a quella di 10.500 mucche in un anno”. Il potenziale climalterante globale (GWP) del metano (CH4) è 82,5 volte superiore a quello della CO2 su un periodo di 20 anni e 29,8 volte superiore su un periodo di 100 anni.
Andrea Boraschi ha concluso: “Passare dal petrolio al gas è una falsa soluzione. Può aiutare l’industria delle navi da crociera a ridurre l’inquinamento locale, ma è terribile dal punto di vista climatico. L’unica cosa che si ottiene, così facendo, è scambiare una crisi legata alla qualità dell’aria con una crisi climatica. Si tratta di alternative in ogni caso insostenibili”