Manuedda ai Sindaci del comprensorio: “Attacco confuso ed esclusivamente politico”

CIVITAVECCHIA – Arriva dall’Assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda la replica ai sindaci del comprensorio dopo le critiche sulla gestione dell’Osservatorio ambientale e la diffusione ei dati relativi all’inquinamento ambientale del territorio. Critiche che Manuedda respinge con fermezza rispendendo al mittente. Di seguito la sua replica integrale.

Non ci sorprende, da parte del consorzio per la gestione del milione di euro (rivalutato annualmente su base ISTAT) versato dall’Enel negli anni 2010-2015, il disperato tentativo di riagguantare quello che, evidentemente in preda alla sindrome del Gollum, considera il “suo tessssoro”.
Un tentativo, è bene precisarlo per non alimentare vane speranze, inutile, che con la diffusione, avvenuta nei giorni scorsi, della nota firmata dai sindaci consorziati e del rapporto pomposamente definito “Sulla Qualità dell’Aria 2015-2016” ha travalicato i limiti del grottesco.
Si tratta, nel caso del comunicato stampa dei sindaci e del rapporto 2015-2016, di due documenti con tutta evidenza di carattere politico, sebbene in entrambi casi si possano leggere, espressi in maniera frettolosa e, soprattutto per quanto riguarda i sindaci, piuttosto confusa, dati asseritamene di natura tecnica, dei quali gli autori si assumeranno la paternità e la responsabilità, con eventuali oneri e, anche se meno probabilmente, onori.
Ritengo, tuttavia, utile, ai fini di una corretta informazione, chiarire alcuni aspetti.

I tabelloni luminosi, che per anni hanno diffuso, nell’amara ilarità generale, messaggi sulla presunta qualità dell’aria, generalmente “buona” o “discreta”, impropriamente misurata dal consorzio e respirata il giorno prima, sono spenti perché assolutamente inutili in quella modalità.

I dati sullo stato della qualità dell’aria sono regolarmente pubblicati sul sito internet dell’autorità competente per la nostra regione, ovvero ARPA Lazio (http://www.arpalazio.net/main/aria/sci/qa/civitavecchia/civitavecchia.php).

I tabelloni luminosi, saranno riattivati quando, come abbiamo già richiesto alla Regione e alla ARPA stessa, potranno diffondere, oltre a dati ufficiali, anche le previsioni, peraltro già disponibili sul sito dell’Agenzia.

Risulta paradossale, nel solco di una malcelata “strategia della caciara”, il riferimento allo spegnimento delle stazioni di Tarquinia e Santa Marinella. La seconda è spenta da anni e mai riattivata dal consorzio, che preferì sostituirla con un’altra gentilmente messa a disposizione da Enel a Santa Severa. Quella di Tarquinia ha smesso in tempi recenti di fornire dati, perché il proprietario del terreno sul quale la centralina è collocata da qualche decennio, ha rivendicato, con una tempistica davvero particolare, il suo diritto non appena avvenuto il passaggio della gestione ad ARPA. In ogni caso, l’Agenzia ha ampia facoltà, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, di ricollocare le centraline di monitoraggio.

Il Comune di Civitavecchia, al di là dei fondi necessari per la convenzione con ARPA Lazio pari a 500.000 euro, non ha speso un euro dei soldi che Enel è impegnata a versare per effetto dell’Accordo siglato nel 2008 per il funzionamento dell’Osservatorio Ambientale. Anzi, ad oggi Enel non ha proprio erogato quella parte del contributo per l’anno 2016 e tanto meno per il 2017.

A scanso di equivoci e per non risvegliare ulteriormente lo spirito del Gollum che alberga nel consorzio, ribadisco che l’unico osservatorio ambientale è quello istituito dalla Regione Lazio e che, fermo restando l’obbligo di autofinanziamento della struttura, abbiamo già ripetutamente proposto di utilizzare quella parte di fondi per finanziare l’acquisizione di ulteriori strumenti e attività di monitoraggio ambientale e sanitario secondo un programma approvato dall’Osservatorio e affidato, come previsto dalla prescrizione, a “enti nazionali di rilevanza scientifica ed enti di ricerca pubblici e privati”.

Abbiamo più volte sollecitato, anche di recente, la Regione alla convocazione dell’Osservatorio Ambientale e, qualora non dovesse arrivare in tempi brevi, saremo noi ad evidenziare al Ministero dell’Ambiente la violazione della prescrizione del Decreto VIA 680/2003.

Le allusioni dei sindaci del consorzio a una riduzione dei controlli ambientali sulla centrale a carbone a seguito della conclusione di accordi economici tra il Comune di Civitavecchia e l’Enel, si inseriscono pienamente nella palude del chiacchiericcio politico da sottoscala così ampiamente diffuso negli ultimi tempi e altro non sono che l’attribuzione all’attuale amministrazione di comportamenti che altri, nel recente passato, hanno messo in pratica.

Li voglio rassicurare: qui nessuno ha cambiato idea sul fatto che la riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord sia stata una sciagura ambientale e che sia necessario ridurre gli inquinanti emessi dall’impianto (e non quelli rilevati), programmandone, al contempo, in maniera realistica la disattivazione. Qui nessuno ha firmato nuovi accordi e/o preso soldi in presenza di un’autorizzazione da rilasciare o rinnovare. Quelli sono fatti avvenuti nel triste passato di Civitavecchia e del comprensorio.

In particolare, cambiarono idea quei sindaci, alcuni dei quali hanno firmato il recente comunicato del consorzio, che il 4 luglio 2008 sottoscrissero l’accordo quadro che aprì le porte agli accordi bilaterali tra Enel e i vari Comuni che portarono diversi milioni nelle casse di quegli Enti, oltre a consentirgli di acchiappare il milione per l’osservatorio. In quell’accordo nefasto si legge: “I firmatari, alcuni dei quali hanno espresso nel passato osservazioni contrarie e forti riserve sulla scelta di riconvertire a carbone di Torrevaldaliga Nord, prendono atto che Enel ha adempiuto agli obblighi autorizzativi di legge, ecc., ecc.”.

Appunto, nel passato contrari, da quella firma in poi non più, almeno finché l’Enel ha pagato.