Ladispoli. “I consultori del territorio non sono più in grado di svolgere le loro funzioni”

LADISPOLI –  Lettera del Coordinamento Donne Resistenti dell’Etruria meridionale alla Regione Lazio, alla Asl RM4 e ai sindaci dei Comuni di Cerveteri e Ladispoli per denunciare l’indebolimento dei servizi consultori nel territorio.

“Siamo quelle del Coordinamento di donne – esordiscono – costituitosi nei comuni di Cerveteri e Ladispoli che ha raccolto oltre 2000 firme per accendere i riflettori dell’opinione pubblica e delle istituzioni sullo stato di abbandono in cui versano i nostri due consultori familiari, siti in Via Nino Bixio n. 27 (Ladispoli) e Via Martiri delle Foibe n.95 (Cerveteri). All’inizio del 2019 abbiamo documentato che nel corso degli anni questi due importanti servizi socio-sanitari della collettività, per le gravi carenze di organico, non sono più in grado di svolgere molte delle loro importanti funzioni. Dovrebbero esserci operatori esperti in campo clinico, psichico e delle relazioni umane (cosi come dice la legge regionale), per la salute delle donne, per l’educazione dei giovani nelle scuole, per ridurre il disagio familiare, per l’interruzione volontaria della gravidanza, per l’educazione alla contraccezione, per la tutela della maternità, per la crescita dei bambini nei primi anni di vita ed altri importanti compiti. Ci dovrebbe essere un consultorio ogni 20.000 abitanti: ne dovremmo avere quattro nei due comuni, ma non ne abbiamo neppure due”.

“Dopo la raccolta firme – proseguono – abbiamo accolto positivamente gli impegni della ASL e della Regione a potenziare gli organici. Comprendiamo che i concorsi prevedono tempi non brevissimi, ma nel frattempo anche il limitato servizio psicologico presente nel Consultorio di Ladispoli si è volatilizzato, senza sostituzioni. I consultori dovrebbero essere anche il servizio di riferimento per lo Sportello distrettuale per la prevenzione della violenza di genere. Sappiamo quanto sia importante per le donne, che subiscono tragiche esperienze di violenza, avere sostegno e riferimenti professionali psicologici e sociali certi. Lo Sportello invece conta su scarsi fondi e precari rinnovi annuali, se non semestrali, e i consultori familiari sono ridotti al lumicino. Siamo fermamente convinte che, si può fare molto di più: nelle more dell’espletamento dei concorsi bisogna impedire che le risorse del personale dei consultori diminuiscano ulteriormente e bisogna rafforzare in maniera consistente lo Sportello per la prevenzione della violenza di genere”.

“Chiediamo quindi – concludono – che le Istituzioni coinvolte (la ASL RM4, le due Amministrazioni Comunali, la Regione Lazio) trovino soluzioni certe per rispondere a bisogni non più eludibili. Noi intendiamo continuare la nostra battaglia, convinte, che ci stiamo occupando della dignità delle persone, dei loro bisogni e della loro emancipazione”.