Insegnanti precari senza stipendio, scatta la protesta alla Ragioneria dello Stato

ROMA – Scatta la protesta degli insegnanti precari lasciati senza stipendio dal Governo. Sono migliaia, in tutta Italia, assunti per brevi supplenze o anche con incarichi annuali, che attendono chi la retribuzione di novembre, chi quella di ottobre, chi addirittura ancora quella di settembre. E nel frattempo devono continuare a vivere, pagare l’affitto, le bollette, i libri scolastici per i figli. Una situazione assurda e per molti docenti disperata, essendo ormai a gennaio inoltrato, resa ancora più folle dal fatto non esiste una motivazione ufficiale per giustificare tali ritardi. Il decreto Milleproroghe di imminente approvazione, all’interno del quale è già stata inserita una voce di spesa integrativa al Bilancio per il pagamento degli stipendi non ancora corrisposti ai docenti precari, conferma tuttavia per stessa ammissione del Governo l’esistenza e lo scandalo del problema.
“Ci siamo rivolti alle segreterie – spiegano dal Coordinamento Precari Scuola – al servizio Noipa del Ministero del Tesoro sperando di avere buone notizie ma il rimpallo delle responsabilità è diventato un ritornello della peggiore canzonetta. L’emissione speciale del 24 dicembre, solo ad alcuni di noi e l’ultima prevista il 12 gennaio non cancellano i danni e l’umiliazione compiuti sulla nostra pelle! Tra diffide, disperazione e mobilitazione chiediamo ciò che è un nostro diritto: uno stipendio regolare, la certezza dei finanziamenti futuri alle supplenze e la fine della ‘precarietà nella precarietà’, il ripristino delle supplenze tagliate dalla legge di stabilità 2014 ‘, le assunzioni, il rinnovo del contratto nella parte economica. Non vogliamo la precarizzazione di tutti ma piuttosto l’estensione dei diritti a noi precari”.
“Sono stati più di 127.000 i contratti che il Miur ha stipulato con noi precari – proseguono dal Cps – ciò significa che siamo tanti a cui lo Stato ogni anno ruba la dignità pagandoci spesso con due mesi di ritardo e va sempre peggio. Alla faccia del rispetto per il mondo del lavoro e della Costituzione! ‘Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitose e a ferie annuali retribuite’, recita l’art.36 della nostra Costituzione. Ricordiamo che a noi precari, le ferie non godute non vengono retribuite da tre anni”.
Domani quindi, giovedì 14 gennaio, il Cps manifesterà a partire dalle ore 15:00 e fino alle 18:00 di fronte alla Ragioneria di Stato, in via Parboni a Roma, con tanto di carbone al seguito.
“Le befane della scuola arriveranno… – concludono – in ritardo come i loro stipendi e vi seppelliranno con una montagna di carbone”.