Il Codacons chiede il blocco delle nomine clientelari nei porti italiani

ROMA – Il Codacons, attraverso il Presidente e la Responsabile Codacons Porti e Logistica Sabrina De Paolis, ha inviato una segnalazione ai componenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, alla Vigilanza sulle Autorità Portuali del MIT e all’Autorità Nazionale Anticorruzione, in cui si chiede il blocco delle nomine clientelari nei porti italiani non basate sui requisiti previsti dalla normativa vigente.

“Giungono alla scrivente Associazione segnalazioni relative ad indiscrezioni rivelate da blog ed articoli che citano dei nominativi in lizza per le cariche di Presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (Adsp) che sembrerebbero non ampiamente possedere i requisiti richiesti dal nuovo Decreto Legislativo n. 169/2016 per la ‘Riorganizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità Portuali’ – scrive il Codacons nell’istanza – All’art. 8 la legge individua come caratteristica pregiudiziale dei futuri Presidenti delle AdSP la ‘comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale’. Da molti dei curriculum pubblicati in rete di alcuni soggetti che hanno inoltrato le manifestazioni di interesse al MIT risulterebbe una manifesta ed acclarata incompatibilità con quanto disposto dall’art. 8 della decreto. Di contro sembrerebbero essere esclusi Presidenti uscenti di Autorità Portuali che tanto hanno fatto per lo sviluppo del sistema portuale italiano ed europeo e dei Porti che hanno amministrato”.
Per tale motivo l’associazione ha chiesto ai componenti delle Commissioni parlamentari e all’Anac di “Avallare la nomina alla Presidenza delle AdSP di quei candidati i cui requisiti siano valutati esclusivamente e squisitamente sulla base della effettiva ‘comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia e dei trasporti portuale’; Non avallare nomine in palese e comprovata incompatibilità per cumulo di impieghi e incarichi di cui al c. 2 art. 8 D. Lgs 169/2016; verificare le dichiarazioni fatte dai candidati nei CV in sede di manifestazione di interesse; adottare i suddetti criteri di valutazione al di là delle logiche politiche e/o clientelari che troppo spesso vengono utilizzate nel nostro Paese per l’assegnazione di incarichi importanti, specie tenendo conto del fatto che le nomine in oggetto sono relative al settore considerato strategico e prioritario per l’economia del Paese”.

“Le nomine nei porti italiani sprovviste dei requisiti di legge costituiscono un abuso d’ufficio e una violazione dell’art. 97 della Costituzione – spiega il Codacons – In caso di omissioni e violazione delle norme, l’Anac e la magistratura dovranno intervenire, mentre l’associazione si riserva la possibilità di impugnare al Tar le nomine illegittime”.