“Grandangolo”. “Una mela al giorno”, la nuova spesa solidale

CIVITAVECCHIA – Oltre ai negozi sotto casa, ai supermercati e alla grande distribuzione da luglio 2015 in città vi è un altro modo di fare la spesa. Ne parla Laura Brandi, socia del Gruppo di acquisto solidale (GAS) “Una mela al giorno” alla rubrica “Grandangolo”. Nel corso dell’intervista le abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere da vicino questa nuova associazione, senza scopo di lucro, che acquista collettivamente beni con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale.

Di che associazione si tratta?

 “Non ci sono presidenti o cariche di vario genere. Non siamo una cooperativa ma un gruppo di acquisto solidale formato da singole persone e famiglie. Al nord Italia sono una realtà consolidata già da parecchi anni. L’idea è venuta in mente a Carla Lo Marco e Franca Scognamiglio nel luglio del 2015 e subito dopo, tramite passaparola, si sono aggiunti circa 50 soci e attualmente sono ancora in crescita. L’associazione non ha finalità di lucro perché si tratta di un gruppo di cittadini che tutti insieme vogliono fare la spesa.”

Come vengono scelti i fornitori e i prodotti?

Abbiamo individuato fornitori di alta qualità dai quali ci riforniamo ogni settimana da aziende certificate biologiche: l’azienda Velluti di Tarquinia per la carne; il caseificio Bagarani di Montalto di Castro per i formaggi, l’azienda Ortostorto di Montalto di Castro per le verdure e la frutta dalla cooperativa di Sant’Isidoro di Tarquinia. La filosofia è quella di scegliere fornitori, preferibilmente con certificazione biologica del comprensorio ai fini della sostenibilità ambientale, che producono esclusivamente prodotti stagionali. Quindi niente pomodori a dicembre e cavoli ad agosto. Ogni socio può proporre dei fornitori. Si fanno assaggi e valutazioni del prodotto e se riscuote il consenso di tutti iniziano i rifornimenti.”

Come si fanno gli ordini?

E’ molto facile. Si può ordinare comodamente da casa propria tramite WhatsApp, mail e Facebook. Non ci sono moduli da compilare né l’obbligo di acquistare tutte le settimane. Entro ogni lunedì sera comunichiamo a Carla e Franca gli ordini e il venerdì, loro due, si occupano della distribuzione logistica delle merci presso i locali della cooperativa Civitabella nella sede Arci di Piazza Piccinato 10.”

Quanto costa fare la spesa in questo modo?

E’ devoluta una quota di 2 euro al mese all’associazione. Per una cassetta standard di verdura biologica di 7 kg circa 13,00 euro, di 5 kg euro 10,50 e di 3 kg euro 8,00. Le verdure di stagione non le decidiamo noi ma l’agronomo di Ortostorto che distribuirà tra i soci solo i prodotti con il giusto grado di maturazione, per tutti gli altri gli ordini sono liberi a seconda delle necessità. La carne rossa e bianca, il pesce e i formaggi vengono distribuiti a settimane alterne.”

Quali sono i vantaggi?

La centralizzazione degli acquisti nella spesa familiare consente di ottenere direttamente dal fornitore un prezzo più basso perché in questo modo si salta il passaggio all’ingrosso. Si hanno dei prodotti di qualità, senza spostarsi da casa risparmiando la benzina, a prezzi decisamente più bassi di quelli praticati da un normale esercizio commerciale, biologico. Inoltre, vi è l’aspetto solidale ovvero si fanno lavorare le aziende locali, riducendo l’inquinamento per la consegna della merce con spostamenti di automezzi. La frutta e la verdura arriva solo se ha raggiunto la giusta maturazione e non è sottoposta a conservazione nei frigoriferi: viene raccolta il giovedì e il venerdì mattina è già qui. Ricicliamo gli imballaggi: i cartoncini delle uova, le fuscelle delle ricotta, le cassette e le buste del pane vengono restituite per essere nuovamente riutilizzate, tranne la carne che è sotto vuoto per ragioni igienico-sanitarie.”

Obiettivi futuri?

Fare più soci perché più siamo e più abbassiamo i prezzi! Ampliare l’offerta di prodotti anche ai dolci, all’olio extra vergine di oliva, alla carne di maiale e a nuove aziende del territorio che vogliono unirsi a noi nell’ottica biologica e non, purchè la qualità del prodotto e del processo produttivo sia garantita.”

Antonella Marrucci