“Grandangolo”. Alla scoperta degli antichi mestieri: il maestro d’ascia

CIVITAVECCHIA – Ci sono antichi mestieri che si sono persi nel tempo e che vivono solo nei ricordi delle persone più grandi. Il mestiere di fabbro, come creatore di utensili per camini e zoccoli per cavalli, il mestiere di  tessitore di telai e di ricamatrice, tanto per fare alcuni esempi, ci riportano a periodi storici molto lontani dal nostro presente. Per fortuna, non tutti gli antichi mestieri sono scomparsi. A Civitavecchia c’è ancora chi svolge una professione, poco conosciuta, come il maestro d’ascia.

Per capire qualcosa di questo mestiere, la redazione della rubrica “Grandangolo” ha avuto il piacere di fare qualche domanda a Giorgio D’Andrea, maestro d’ascia e Presidente dell’Associazione di volontariato Onlus “La Bilancella”. Tutto è cominciato all’età di sei, sette anni racconta con emozione il maestro D’Andrea quando “rubavo la carta modello a mia madre che era sarta, per costruire delle barchette di carta. Il mio maestro è stato Vincenzino Scotti di Civitavecchia. Di maestri d’ascia ne abbiamo avuti tanti come Spina, Campitelli e Giannini che, oggi, ha novanta anni. Ora, ci sono rimasto solo io che sono il più giovane. Nonostante le richieste, questo mestiere sta però scomparendo per la mancanza di strutture adeguate. E’ un vero peccato perché potrebbe garantire un futuro sicuro a tanti giovani volenterosi.”

Cosa fa il maestro d’ascia? E perché si definisce d’ascia?

“Costruisce imbarcazioni, non solo in legno ma anche in vetroresina. Si parte da un progetto, si sviluppa il disegno, le sagome e, poi, si arriva all’essenza del mestiere ovvero a selezionare i vari legni, tenendo ben presente la richiesta dell’armatore. E l’ascia non è altro che l’attrezzo giusto e indispensabile per lavorare sulle curve all’interno delle imbarcazioni.

Qual è il percorso formativo per diventare maestro d’ascia?

Non è necessaria una scuola. I ragazzi dopo aver compiuto 18 anni possono iscriversi all’ufficio agenti di mare. Devono fare un tirocinio di 36 mesi in un cantiere abilitato, alla presenza di un ingegnere o di un maestro d’ascia. Al termine, possono richiedere di venire esaminati nel periodo che va da aprile a ottobre. Al momento, nel nostro cantiere abbiamo un ragazzo che sta terminando il tirocinio ed è prossimo all’esame. Quello che veramente conta per diventare maestro d’ascia, oltre all’apprendimento delle tecniche, è la capacità manuale ma ciò che fa la differenza è la creatività.”

In che modo si potrebbe rilanciare questo mestiere tra i giovani?

Si potrebbe rilanciare, semplicemente, insegnandolo in strutture adeguate come i cantieri. L’obiettivo della nostra associazione è proprio quello di insegnare un mestiere a tutti coloro che desiderano imparare e non solo. Ma anche a ragazzi in difficoltà assegnandogli semplici attività. Proprio per questo, il Tribunale per i Minorenni di Roma ci ha mandato due ragazzi per offrire loro una riabilitazione nel lavoro e nella società. I risultati raggiunti fin qui sono stati ottimi.

 Quali sono i progetti della Bilancella?

Avevamo presentato due anni e mezzo fa in Comune il progetto della darsena. La nostra idea era quella di  creare alla marina, nello spazio di mare ad anfiteatro, un porticciolo romano, un’area ove far venire imbarcazioni storiche da tutta Italia. Si tratta di un progetto ambizioso, di cui però non sappiamo più niente perché le locali autorità, finora, non ci hanno risposto. Al riguardo, la Bilancella avrebbe potuto gestire il porticciolo ma, soprattutto, avrebbe potuto collaborare nella costruzione nonché nel restauro di imbarcazioni storiche ed eventualmente  progettarne delle nuove. Peccato, perché con questo progetto si sarebbe potuto sviluppare un proficuo indotto produttivo e dare lavoro a tante famiglie.”

La professione di maestro d’ascia può garantire un valido sostegno economico?

 “Questo è un lavoro che ti può far stare bene e ti consente di mantenere la famiglia. Nel nostro cantiere si può imparare il lavoro della vita e, siccome le occasioni sono veramente poche, mi stupisco del fatto che non si possano valorizzare i mestieri che ruotano intorno al mare, visto che la nostra città sta proprio sul mare.”

Il maestro d’ascia che ancora ringraziamo per la sua gentile disponibilità alla fine dell’intervista, però, pone ai lettori il seguente interrogativo: “Perché non fare del mare un’opportunità per il nostro comprensorio, valorizzando la marina con una autentica manifestazione della cultura marinara appartenente alla tradizione della nostra città?”

Antonella Marrucci