GAZA – Aumenta il bilancio delle vittime nei pressi dei controversi centri di aiuti umanitari dopo l’attacco nei pressi di Rafah. Il Ministero della Salute Israeliano dichiara che le forze israeliane hanno ucciso almeno 27 palestinesi e ne hanno feriti altri 90 aprendo il fuoco nei pressi di un sito di distribuzione di aiuti umanitari .
Gli ultimi omicidi sono avvenuti martedì mattina alla rotonda di Flag, vicino a un centro di aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF). E’ il terzo incidente del genere nell’arco di pochi giorni nei pressi del centro di Rafah. Le autorità di Gaza riferiscono che più di 100 richiedenti aiuti sono stati uccisi da quando il GHF, sostenuto da Stati Uniti e Israele, ha iniziato a operare nell’enclave il 27 maggio, con segnalazioni di violenze, saccheggi e caos diffusi, secondo quanto riferisce Aljazzera.
L’IDf dichiara che le sue truppe hanno aperto il fuoco dopo aver identificato dei sospetti a circa 500 metri dal sito di distribuzione di aiuti umanitari a Rafah e che ” i dettagli dell’incidente sono in fase di accertamento.
Le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine indipendente sulle ripetute sparatorie di massa contro i richiedenti aiuti a Gaza.
“È inaccettabile che i palestinesi rischino la vita per procurarsi del cibo”, ha dichiarato il Segretario Generale Antonio Guterres. “Chiedo un’indagine immediata e indipendente su questi eventi e che i responsabili siano chiamati a risponderne”.
Duro il commento di Da Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’UNRWA, che ieri sul suo account X ha scritto: “A Gaza la distribuzione degli aiuti è diventata una trappola mortale. Questa mattina ci sono state molte vittime, tra cui decine di feriti e di morti, tra i civili affamati a causa degli spari. Questo secondo quanto riferito dai medici internazionali presenti sul posto.
Un punto di distribuzione previsto dal piano israelo-americano è stato collocato molto a sud, a Rafah.
Questo sistema umiliante ha costretto migliaia di persone affamate e disperate a camminare per decine di chilometri per raggiungere un’area praticamente polverizzata a causa dei pesanti bombardamenti dell’esercito israeliano.
Le consegne e la distribuzione degli aiuti devono essere su larga scala e sicure. A Gaza, questo può essere fatto solo attraverso le Nazioni Unite, compresa l’UNRWA.
Lo Stato di Israele deve togliere l’assedio e consentire alle Nazioni Unite un accesso sicuro e senza ostacoli per portare gli aiuti e distribuirli in modo sicuro.
Questo è l’unico modo per evitare la fame di massa, anche tra 1 milione di bambini.
Con le narrazioni concorrenti e le campagne di disinformazione in pieno svolgimento, i media internazionali devono poter entrare a Gaza per riferire in modo indipendente sulle atrocità in corso, compreso l’atroce crimine di questa mattina