CIVITAVECCHIA – E’ un Partito democratico in subbuglio quello che si avvicina alla scadenza congressuale cittadina, a dispetto dei tanti appelli all’unità. Sempre più teorica perché gli attriti tra le varie anime del partito stanno trasformandosi sempre più in scontri aperti e si profila più di una candidatura alla guida del partito locale.
Ad accendere la miccia la proposta di candidatura alla segreteria di Germano Ferri da parte della maggioranza dei renziani, bocciata però da un’altra parte di renziani stessi, capitanati da Claudia Feuli, Mirko Mecozzi e Ivano Iacomelli che, dopo le scaramucce di ieri, oggi non le mandano a dire ai compagni di partito. “Abbiamo dato un contributo in termini di tessere al Partito Democratico e fin dal principio ci siamo messi a disposizione per cercare l’unità che tanto è sembrata importante per alcuni. Abbiamo fatto un passo indietro rispetto ad una candidatura di parte per non creare spaccature. Ci è stata proposta dalla maggioranza storica del Partito la candidatura di Dario Bertolo, persona sulla quale ci siamo messi a disposizione in quanto ritenuta da noi seria, rispettabile e sufficientemente esperta. Dopo strette di mano ed accordi giurati la candidatura di Dario Bertolo è stata ritirata. Siamo rimasti esterrefatti ma, a fronte di una nuova rosa di tre candidati fatta sempre dalla storica maggioranza, il nostro senso di responsabilità ha prevalso e abbiamo indicato la nostra preferenza in Fabrizio Sciarochi. Ad un tratto anche Sciarochi non era più in pista. Abbiamo fatto di tutto per trovare un accordo unitario per il bene di questo partito. Altri si assumeranno la responsabilità di aver portato il partito allo scontro. Ribadiamo che per noi è da incoscienti mandare allo sbando un ragazzo che non ha la minima idea di quali siano le dinamiche del Partito Democratico. Non abbiamo mai pensato che sia la sua giovane età ad essere un ostacolo per la segreteria ma la sua totale inesperienza. Per questo motivo noi andremo al congresso con una candidatura coerente con il percorso fatto finora cercando la più ampia convergenza tra chi si dimostrerà portatore di valori come la lealtà, la correttezza e la serietà”.
Di contro il Gruppo consiliare, composto da Marco Piendibene, Rita Stella e Marco Di Gennaro si schiera a sostegno della candidatura di Ferri. “In qualità di consiglieri comunali ci sentiamo di accogliere il suo invito a continuare e, per quanto possibile, rafforzare la già stretta interazione tra il ruolo istituzionale da noi ricoperto ed il Partito con l’obiettivo di contribuire in maniera efficace alla rinascita della nostra città. Entusiasmo giovanile, sollecitudine verso il prossimo ed una indubbia dose di coraggio nell’accettare la non facile sfida e la responsabilità di guidare una grande forza politica come il PD meritano tutto il nostro appoggio con l’auspicio che lo stesso farà tutto il Partito laddove egli, come auspichiamo, venga eletto”.
Sta alla finestra invece, per il momento, Stefano Giannini e la sua parte di Area Orlando. “Trovo impossibile prendere posizione in questo congresso, quantomeno una posizione che parteggi per un candidato. Sono abituato a pensare che la scelta per la guida di un partito debba essere presa sulla base di idee, progetti, modi di intendere la politica e, perché no, anche alleanze programmatiche interne ed esterne al recinto del nostro recinto a patto che il campo di principi ed ideali sia il medesimo. Non è un mistero il lavoro unitario portato avanti, da me ed altri, per ricostruire un centro sinistra di cui il PD sia il fulcro. Su questa base irrinunciabile, a cui aggiungere primarie di coalizione ed un improcrastinabile recupero dei rapporti con pezzi di società con i quali da tempo manca il dialogo, ho cercato di contribuire a rimettere insieme anche i pezzi del PD, cercando una candidatura quanto più unitaria possibile, ma rispondente alla mia idea di partito e di coalizione. I risultati ai quali stiamo assistendo non mi piacciono. Carte che si mischiano in continuazione, alleanze che si compongono e si sfasciano in sole 24 ore, gogne mediatiche. Tutto ciò in assenza, per ora, di una progettualità se non la mera conta per avere un voto un più. Assecondare una candidatura, qualunque essa sia, frutto di queste dinamiche significherebbe assecondare queste dinamiche stesse. Per questo non sosterrò alcuna lista nata da questa guerriglia urbana, sia che gli ideatori siano Guelfi o siano i Ghibellini. Metterò viceversa a disposizione del mio partito il lavoro di costruzione che, insieme ad amici e compagni, stiamo da tempo elaborando fuori e dentro il partito, concretizzandolo in una piattaforma politica che sarà presentata e sottoscritta in sede congressuale”.