CIVITAVECCHIA – Una proposta destinata a far discutere quella avanzata dalla FederLazio in merito all’approvigionamento di calcare per la centrale Torre Valdaliga Nord. La proposta, infatti, è quella di rifornire l’impianto direttamente con il calcare estraibile sul territorio, da trasportare quindi via terra, bypassando completamente il tema della tutela ambientale emerso in questi girni e puntando l’attenzione esclusivamente sullo sviluppo dell’occupazione.
“Attualmente la fornitura di calcare necessaria a far funzionare l’impianto di desolforazione avviene sfruttando cave ubicate nella regione Toscana – rilevano da FederLazio – Il materiale estratto viene prima inviato al porto di Piombino via gomma, quindi caricato su navi che attraccano a Civitavecchia nelle banchine Enel per essere poi stoccato in impianto. E’ alquanto evidente che ci troviamo davanti ad un sistema gestionale poco efficiente ed antieconomico. Sarebbe, invece, opportuno sfruttare le cave presenti nel nostro territorio dando quindi opportunità di lavoro alle aziende di estrazione locali, senza dimenticare, inoltre, che tutto ciò porterebbe lavoro anche alle società di trasporto del luogo. E’ opportuno evidenziare che stiamo parlando di numeri decisamente importanti. Tra le attività di estrazione e quelle di trasporto, si calcola siano necessarie circa 20.000 ore di lavoro annue. Il solo approvvigionamento di calcare ammonta a circa 30.000 tonnellate l’anno che portano nelle casse delle imprese estrattive toscane circa 640.000 euro. A questi, inoltre, bisogna aggiungere anche i costi necessari per il trasporto del materiale. Tutte risorse che potrebbero, anzi, dovrebbero ricadere nelle aziende del nostro territorio, non fosse altro per il fatto che l’impianto di desolforazione si trova proprio a Civitavecchia”.
“Chiediamo che si presti la dovuta attenzione alle aziende locali, oggi quanto mai in difficoltà e bisognose di aiuto. Sostegno che, è bene ricordare, andrebbe a beneficio sia degli imprenditori che degli stessi lavoratori che quotidianamente combattono contro una cronica carenza di lavoro. A questo proposito invitiamo tutte le parti interessate a sedersi insieme ad un tavolo per discutere la questione e trovare una soluzione il più possibile condivisa”.
Quanto il trasporto via terra del calcare possa contribuire ad incrementare una situazione ambientale già pesantemente compromessa sul territorio non sembra preoccupare FederLazio.