Dal Pd una mozione per dichiarare ammissibile il referendum sul forno crematorio

CIVITAVECCHIA – Non sfuggono all’opposizione le difficoltà interne che sta vivendo la maggioranza e dal gruppo consiliare arriva una mozione sul tema che maggiormente sta dividendo il Movimento Cinque Stelle e sul quale appare possibile far breccia per aprire una nuova preoccupante falla nella tenuta amministrativa. I consiglieri Marco Piendibene, Paola Rita Stella e Marco Di Gennaro hanno infatti presentato una mozione che alla massima assise di dichiarare “ammissibile” il quesito referendario sul forno crematorio recentemente respinto dalla Commissione speciale del Comune, contestandone le motivazioni.
Il parere di inammissibilità, ricordano i tre esponenti Pd, ruota infatti sul fatto che gli atti di cui si chiede l’abrogazione avrebbero già esaurito la loro efficacia e che, secondo la normativa comunale, non possono essere ammessi quesiti che abbiano come oggetto “bilanci”, “dovendosi ritenere inclusi nel divieto tutti gli atti la cui eliminazione potrebbe avere risvolti sulla finanza pubblica”; oltre al fatto che intendendo come “bilanci” “tutti gli atti la cui eliminazione potrebbe avere risvolti sulla finanza pubblica”, dato che ogni atto della pubblica amministrazione ha dei costi, si dedurrebbe l’impossibilità di indire qualsiasi referendum, ledendo i diritti politici dei cittadini, andando ad inficiare lo stesso Statuto comunale, che invece ne dà la possibilità ed auspica, in maniera lungimirante, la partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni dell’amministrazione comunale.
Tuttavia il gruppo consigliare Pd rileva come “la delibera di cui si chiede l’abrogazione ha come oggetto non solo la progettazione ma anche la ‘Costruzione e gestione’ dell’impianto di cremazione e che quindi non ha assolutamente esaurito la propria efficacia, che coinciderebbe con l’eventuale l’attività futura del forno crematorio e cesserebbe con la chiusura di detto impianto” e, considerato che “lo Statuto del Consiglio Comunale di Civitavecchia, che all’art. 41, identifica nel Consiglio Comunale l’organo che ‘indice i referendum dopo che ne abbia discusso ed approvato, con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, i requisiti di ammissibilità’” e “l’art. 9 dello Statuto del Consiglio Comunale di Civitavecchia che recita: ‘Le deliberazioni in ordine a materie e/o competenze del consiglio non possono essere adottate in via d’urgenza da altri organi del comune’, non avendo voluto assumere direttamente la responsabilità dell’indizione del referendum cittadino sulla tematica in questione per precisa volontà politica della maggioranza pro tempore”, la mozione impegna il Consiglio comunale a dichiarare “pienamente ammissibile il quesito referendario presentato dal comitato promotore del referendum e contestualmente rigetta la decisione della commissione tecnica del comune che aveva dichiarato inammissibile il quesito referendario, proposto dal Comitato cittadino promotore del referendum abrogativo sul c.d. forno crematorio di Civitavecchia, sulla base di motivazioni in contrasto con lo stesso statuto del Comune di Civitavecchia”.