“Criminalità a Civitavecchia: preoccupano le reazioni negazioniste”

CIVITAVECCHIA – “Preoccupano le reazioni negazioniste apparse sulla stampa locale a commento dell’audizione del Sindaco di Civitavecchia presso la Commissione speciale sulle Infiltrazioni mafiose e la criminalità organizzata della Regione Lazio. Reazioni che lasciano trasparire come, pur di alimentare sterili polemiche politiche, si eviti di assurgere a quel ruolo di tutori di legalità che forze politiche e sociali dovrebbero, invece, avere insito nel proprio agire”. Lo dichiara in una nota stampa l’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto, secondo cui “sembra che una sorta di generale amnesia collettiva abbia fatto dimenticare gli allarmi lanciati egli ultimi anni dagli organi inquirenti, le numerose operazioni svoltesi sul territorio o anche quelle di più ampio respiro ma che hanno visto coinvolti soggetti, fisici e imprenditoriali, operanti localmente anche in attività di rilievo”.
“Il tutto – proseguono dalla Caponnetto – senza considerare i continui sequestri di droga, ma anche armi e rifiuti, che hanno visto coinvolto lo scalo locale, e che lascia presupporre una ben occultata rete di protezione e accoglienza. Emblematici in tal sensi gli arresti di importanti narcotrafficanti avvenuti nel 2016 e negli ultimi mesi. Se infine aggiungiamo gli avvenimenti che la letteratura di settore considera quali segnali inquietanti (incendi, intimidazioni, celere e continua apertura/chiusura di nuove attività commerciali al posto dei negozi storici, etc) il quadro è completo e non consente proprio di stare tranquilli. Le forze politiche e sociali, piuttosto che negare quanto evidente, e a volte da loro stessi denunciato in passato ed oggi negato per mera polemica politica, si riapproprino di quell’etica e di quella serietà che richiede il loro ruolo, e facciano fronte comune al fine di dotare il tessuto sociale dei giusti anticorpi che, purtroppo, anche se non sempre, sembrano essere diventati merce rara”.
“Si passi dalla polemica politica al confronto serrato, seguito, quando necessario, dalle denunce – concludono dall’associazione – e si dimostri che esiste anche la politica che si occupa del bene comune, in contrapposizione alla ‘politica’ che si occupa dei propri interessi”.