CIVITAVECCHIA – Partecipata iniziativa, venerdì sera, per la presentazione del libro di Massimiliano Smeriglio “A fattor comune-visioni e buone pratiche per la sinistra”. Una Compagnia portuale piena ha salutato la nuova fatica letteraria del Vice Presidente della Regione Lazio. Tra gli interventi quello di Gino De Paolis, capogruppo di Sel alla Pisana, Enrico Luciani, presidente della compagnia portuale e Ismaele De Crescenzo, del coordinamento di Sel e, per l’occasione, moderatore dell’iniziativa.
Non è semplice costruire una sintesi e un giudizio complessivo sul libro di Massimiliano Smeriglio “A fattor comune”, edito dalla piccola casa editrice “Bordeaux”. Egli sviscera temi e questioni che sono il pane quotidiano del dibattito interno alla Sinistra politica italiana e non solo. Certamente delinea un campo, quello della cultura politica altra ed alta rispetto alle semplificazioni demagogiche dei populismi rappresentati, a suo dire, dal Partito della Nazione , dai razzisti conclamati e dai nazional populisti alla Grillo.
“Siamo alle prese con la costruzione di un campo nuovo, per certi aspetti inedito – è stato rimarcato nei vari interventi – Inedita è indubbiamente la proporzione della crisi. E non parliamo solo di crisi economica ma, per dirla con Dhurkheim, di anomia, di mancanza di valori e norme sociali condivise. La narrazione dei media mainstream descrive un Paese in cui la contrapposizione è radicale, radicali sono i valori che si scontrano, non c’è spazio per la mediazione culturale. Salvini o il bandito che ti entra in casa. Dentro le metastasi del postberlusconismo è come se la Sinistra non riuscisse a parlare, a trovare un vocabolario comprensibile, decodificabile da chi oggi subisce la crisi, dai naturali referenti della Sinistra. Gli sfruttati. E in questa guerra civile strisciante, dove i penultimi fanno la guerra agli ultimi, la costruzione della cultura politica del nuovo soggetto è elemento centrale per ridefinire un’utilità, un riconoscimento , un’identificazione di massa. Non ha più alcun senso, se mai lo ha avuto, costruire il nuovo campo attraverso un dibattito stucchevole e autoreferenziale su PD si, PD no”.
Dice Smeriglio, “la creazione di un nuovo soggetto non è un pranzo di gala”. Lo sa bene Alexis Tsipras e il suo partito, Syriza. In pochi anni hanno saputo costruire una nuova dimensione comunitaria, frutto di impegno sul campo, credibilità personale e militanza. Una fitta rete di esperienze territoriali, di mutualismo e autogoverno ha costruito la narrazione generale di un soggetto che, nonostante tre diverse consultazioni in pochi mesi, ha saputo mantenere un radicale attecchimento nell’anima popolare della Grecia, sconvolta dalla crisi e dalle minacce della Troika. E’ del resto inimmaginabile oggi, pensare la Sinistra dentro i confini nazionali. O la Sinistra assume un respiro europeo o non è in grado di fronteggiare il potere della tecnica e degli algoritmi neoliberalisti dettati dalla Germania. Perché questo è il livello dello scontro. Il tema è tutto politico nell’Europa a trazione carolingia. E sebbene sia Stiglitz che Piketty siano scesi negli inferi delle equazioni economiche dei tecnocrati, smontandole pezzo per pezzo, la partita è sociale, politica, antropologica. Dare forza alla sinistra italiana e a tutte le sinistre in ogni Stato europeo, significa rafforzare la costruzione dell’altra Europa, quella Di Spinelli a Ventotene. Smeriglio non ha dubbi a riguardo.
“Sinistra Ecologia Libertà è nata per morire. Sembrerà forte come concetto, ma semplifica l’idea che la fondazione di un partito, come facemmo nel 2009, significava soprattutto aprire una partita, nella società, nel paese.” E ancora, incalza il Vice Presidente della Regione: “SEL è sempre stata a disposizione, come lo è adesso, sciogliersi per diventare più grandi, più forti, più utili. Abbiamo però il dovere di preservare questa comunità che esprime 1000 amministratori, ha rappresentanza in Parlamento e produce centinaia di giovani dirigenti e quadri.”
Sel è quindi a disposizione, ma il nuovo soggetto deve avere il coraggio di Enea, il suo sguardo. “Servirebbe la curiosità di attraversare campi inesplorati , cercare parole non scritte”. La sinistra italiana vive il conflitto interiore di Enea: eroe alla ricerca del futuro ma con impulsi al rimpianto e allo smarrimento. Egli sceglie però la forza della ricerca, anche quella più estrema, fino alla discesa negli inferi. attraversare questi mari tempestosi, corsari e con la schiena dritta, abbandonando la strada della ritirata e imboccando quella della riscossa, del futuro.
Per fare ciò, è stato rimarcato, serve anzitutto una dichiarazione rispetto alla propria insufficienza, un bagno di umiltà. “Tornare ai fondamentali, questo sì. Una testa un voto, mettersi in gioco, spazzare via rancori, personalismi e guerre fratricide. Sperimentazione, conflitto, comunità. Minimo Comune Multiplo: minimo come il reddito, comune nel luogo e nella pratica, multiplo come il molteplice delle storie e dei futuri”.
Un fattore determinante nella costruzione del nuovo soggetto è la possibilità di potere. Nel saggio di Smeriglio la “sua” sinistra rifugge la dicotomia tra apocalittici integrati e disintegrati. Ovvero, semplificando, un quadro che prevede una disputa tra arresi o riduttori del danno e mistici rivoluzionari, che scambiano piccoli fuochi di ribellione per rivoluzioni. Pasolini, più di quarant’anni fa, prevedeva la completa spoliticizzazione dell’Italia. Nonostante non demonizzasse il civismo, i comitati di quartiere, la politica dal basso, ecc sentiva forte il rischio che l’autonomia del sociale come risposta politica fosse insufficiente e a tratti pericolosa. “Noi dobbiamo e vogliamo mettere in campo una proposta politica organizzata- conclude Smeriglio– che costruisca una cultura politica autonoma e indipendente assumendosi la responsabilità della prova del governo.” Questo è un fatto centrale, insindacabile. Indipendentemente dal rapporto col PD che diventa, in questo senso, questione collaterale, secondaria e persino politicista e non politica.