Colombo: “Mani pulite ha fallito ma la corruzione si può combattere”

CIVITAVECCHIA – Consegnato ufficialmente a Gherardo Colombo il sesto “Premio Libera Informazione – Memorial Sandro Mecozzi”. Il magistrato di Mani Pulite ha incantato questo pomeriggio l’aula Pucci del Comunecon un accalorato e coinvolgente intervento, ricordando il suo operato in un’analisi critica della magistratura di ieri e di oggi.
“Io credo che l’informazione sia uno dei prerequisiti mancando il quale non possiamo avere la libertà”, ha esordito Colombo, ricordando con piacere la figura di Sandro Mecozzi. “Questa occasione è dedicata a una persona che si è prodigata moltissimo proprio a questo. Si fa fatica delle volte, bisogna prendere decisioni difficili, pesanti, bisogna riuscire a mantenere una certa coerenza. Non sempre ne siamo capaci e siamo di fronte alla memoria di una persona che ha fatto esattamente questo”.
“Spesso ci riempiamo la bocca con la parola ‘democrazia’ – ha quindi proseguito Colombo – pensando che si risolva col voto. Ma per la democrazia si lavora ogni giorno. È compito dei cittadini informarsi quotidianamente e se ci beviamo ogni cosa che viene detta non siamo più liberi di scegliere.”
Il magistrato è quindi passato a parlare di Mani Pulite, perché “rinfrescare la memoria su quello che è stato è fondamentale”, soprattutto nei confronti di coloro che ancora oggi continuano a definirla un’azione politicizzata. “Siamo stati accusati di essere politicizzati perché mettevamo in atto la Costituzione, ma non furono mai accusati di essere politicizzati coloro che hanno provato a fermare le indagini”, ha sottolineato.
Colombo ha poi ripercorso la sua decisione di dimettersi dalla Magistratura, quando si è reso conto “che forse c’era qualcos’altro da guardare, qualcosa che veniva prima della giustizia”. “E io penso di averla trovata nella relazione fra i cittadini e le regole”, ha detto l’ex magistrato, che infatti ora si dedica soprattutto alla sensibilizzazione delle coscienze civiche nelle scuole, per partire da zero nella costruzione di un cittadino che sia lui stesso la propria giustizia. Tutto ciò “nella speranza che il cambiamento parta dalla base, un cambiamento che sia reale”, un cambiamento che i suoi trentatré anni di magistratura non sono riusciti a portare in Italia. Ma se il cambiamento non è arrivato non è certo colpa del poco impegno dell’ex Magistrato, piuttosto del mezzo di diffusione inadeguato, inadatto a cambiare la mentalità di un’intera popolazione.
“Mani pulite – ha sottolineato non senza amarezza – ha cominciato a fallire quando le indagini dai grandi nomi sono via via arrivate alla gente comune, colpendo la corruzione che dilaga nella vita quotidiana di ognuno di noi. A quel punto i cittadini si sono sentiti vittime e quel grande desiderio di giustizia che aveva alimentato le nostre indagini è gradualmente venuto meno”.
Colombo si è quindi accomiatato dal pubblico salutando i predenti con la speranza che il nostro Paese possa cambiare nelle piccole cose, nella corruzione di tutti i giorni, nella gerarchizzazione della società, che fanno tanto male alla nostra giustizia quanto i grandi crimini.

Lorenzo Piroli