Alla manifestazione “No mask” con la fascia tricolore, bufera sul consigliere comunale di Ladispoli Raffaele Cavaliere

LADISPOLI – E’ bufera sull‘Amministrazione Grando e sul consigliere comunale di maggioranza Raffaele Cavaliere che sabato scorso ha partecipato a Roma, con tanto di fascia tricolore, alla manifestazione dei cosiddetti “negazionisti”. Proprio la sua presenza “istituzionale”, evidenziata dalla fascia tricolore al collo, ha scatenato le opposizioni che chiedono immediati chiarimenti e provvedimenti al Sindaco Alessandro Grando.

Chi ha dato il mandato a Cavaliere di parlare a nome di tutti, a nome di Ladispoli? Chi lo ha autorizzato ad indossare la fascia tricolore presentandosi come rappresentante del Comune di Ladispoli? – si domandano dal Movimento Cinque Stelle – Siamo al delirio, al trionfo della stupidità umana, come può un consigliere di Ladispoli insultare i 35.000 morti per Covid ergendosi a paladino dei complottisti. Come parlare di comunità senza saperne il senso e dopo aver contribuito a smantellare quella solidale di Ladispoli. Questo è stato lo scenario deprimente di ieri alla manifestazione No Mask a Roma, ma quello che più ci dovrebbe far riflettere è la domanda. Quello che ci preoccupa è un sindaco silente che davanti a questo non ha un minimo di coraggio per prendere una posizione, per mantenere il numero in una maggioranza traballante; forte nel togliere e dare deleghe, assiste impotente a sceneggiate in consiglio ed ora su reti unite. Il Movimento Cinque Stelle ha chiesto di sfiduciare colui che dovrebbe essere il primo cittadino di Ladispoli con tutta la sua maggioranza, i regolamenti (fatti da loro) non ci permetteranno questo, ma i cittadini ricordano e presenteranno il conto alle prossime elezioni comunali”.

Sulla stessa linea il Partito Democratico. “Ad una manifestazione nella quale sono state bruciate fotografie del Papa – si legge in una nota del circolo PD – è stato insultato pesantemente il Presidente della Repubblica, è stato negato che esista il virus Covid ed il Comune di Ladispoli (unico tra gli ottomila Comuni italiani) è stato rappresentato ufficialmente da un consigliere di maggioranza, delegato dal Sindaco che gli ha consegnato la fascia tricolore con l’emblema della nostra città. Il consigliere delegato dal Sindaco ha parlato dal palco, presentato dagli organizzatori come Vicesindaco di Ladispoli, e ha fatto affermazioni gravissime, mentre la manifestazione veniva trasmessa in diretta nazionale su diversi canali social. È stato uno dei momenti più vergognosi e umilianti nella storia della nostra città. Chiediamo al Sindaco Grando, quello che si vergognava di Ladispoli durante il momento più pesante dell’epidemia, se non si vergogna per ciò che ha permesso di fare al suo consigliere. In un comunicato Grando ha detto che non sapeva chi avrebbe partecipato a quella vergognosa manifestazione; il nostro Sindaco quindi non sa quello che fa: chieda scusa a Ladispoli, ai suoi cittadini e alla sua storia. È il minimo”.

E una dura presa di posizione arriva anche dal circolo ANPI di Cerveteri-Ladispoli. “Chiediamo al Sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando, di fare chiarezza, di dare una spiegazione, sulla presenza del Consigliere Comunale di maggioranza Raffaele Cavaliere (FdI) con indosso la fascia tricolore alla manifestazione romana – fascionazista – dei no mask di sabato 5 settembre. Una manifestazione che non esitiamo a definire scellerata nei contenuti e per il disprezzo verso le istituzioni della Repubblica Italiana. Il suddetto Consigliere si è esibito sul palco in perfetta sintonia con le parole d’ordine della manifestazione ed è stato presentato come vice Sindaco di Ladispoli. Tutto ciò calpestando non solo la sensibilità dei parenti delle numerose vittime del Covid19, ma anche il lavoro del personale sanitario che ancora oggi è chiamato a prestare un servizio eccezionale. Nello specifico si è offesa la città di Ladispoli che ha osservato il lockdown e che ha registrato contagiati e purtroppo decessi. Rammentiamo che la fascia tricolore è un simbolo che viene indossato dai titolari istituzionali in determinate occasioni oppure da un delegato previa autorizzazione. Diversamente è un falso in atto pubblico/millantato credito con tutte le relative conseguenze. Attendiamo una risposta”.

Ma il Sindaco Grando e tutta la maggioranza per il momento tacciono.