CIVITAVECCHIA – Un muro di edera per combattere le micro particelle: è il progetto al quale il Comitato Etico-Scientifico dell’Autorità Portuale ha lavorato dalla sua costituzione. Nato per realizzare misure che riducano l’impatto ambientale sul territorio, il comitato si avvale del contributo del Presidente Mario Almerighi, del dottor Gerardo Capannesi, del presidente del CNR Gino Nicolais, di Enzo Maiorino e di Sabrina De Paolis, componente del CODACONS.
“Siamo qui a presentare il primo concreto progetto del Comitato Etico-Scientifico nell’ambito dell’abbattimento delle polveri sottili all’interno del nostro porto” ha detto il Commissario dell’Autorità portuale Pasqualino Monti nel corso della conferenza stampa svoltasi stamane nella sede di Molo Vespucci. “Le procedure amministrative sono state svolte e fin dalla prossima settimana partiranno già i lavori”, ha continuato. “Il progetto che abbiamo voluto lanciare vuole donare a Civitavecchia una nuova cultura ambientale auspicando che anche la città possa replicare questa iniziativa”.
“Ma a cosa servono queste barriere vegetali? Servono a trattenere le nano particelle, dannosissime per l’uomo – ha spiegato Mario Almerighi – La caratteristica di queste nano particelle è che superano i filtri del corpo umano e vanno direttamente nei polmoni, risultando estremamente cancerogene”. Tramite questa barriera vegetale di edera le particelle dannose verranno assorbite dalle foglie e non si disperderanno nell’ambiente. “L’edera è stata scelta perché è sufficientemente evoluta dal punto di vista fogliare – ha spiegato Capannesi, “inoltre è una pianata pioniera, ovvero parassita, che ha quindi una enorme adattabilità”. Ma perché si è pensato ad una barriera vegetale proprio per il porto di di Civitavecchia? “Perché le aperture stomatiche delle foglie sono dei setacci per gli aerosol e per le micro particelle – ha aggiunto Capannesi – Le aperture stomatiche sono delle aperture a occhiello la cui funzione principale è quella della sintesi clorofilliana e sono milioni per centimetro quadrato. Se si realizza una barriera vegetale, possibilmente pluristratificata, gran parte delle nano particelle vengono assorbite. Ciò è di fondamentale importanza proprio in ambito portuale. L’abbattimento di queste particelle è molto importante soprattutto per i lavoratori che sono esposti a lungo alle nano particelle, infatti i turisti sono solo di passaggio e sono sottoposti ad inalazione momentanea che l’organismo può sostenere”.
Il progetto sarà avviato dopo Pasqua sulla banchina 23 realizzando una barriera di 30 o 50 metri e successivamente esteso, arrivando ai 300 metri di barriera vegetale definitiva.
Lorenzo Piroli