“Sono gli ispettori della Ragioneria che parlano di assunzioni clientelari al Porto”

CIVITAVECCHIA – Mare forza nove sull’Autorità Portuale. La replica del Presidente Pasqualino Monti, che ha bollato come “falsità” le accuse mosse dai senatori Pd nella loro interrogazione al Ministro Lupi con cui chiedono il commissariamento dell’ente, provoca la controreplica del senatore Bruno Astorre, primo firmatario della interrogazione, che sfida il numero uno di Molo Vespucci a pubblicare la relazione della Ragioneria dello Stato. E nel frattempo smonta la difesa di Monti su alcuni dei più significativi punti contestati, relativi ovvero alle assunzioni clientelari.
“Se, come dice il presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, le affermazioni contenute nella nostra interrogazioni sono ‘palesemente false’ – controreplica infatti Astorre – allora lo invito a rendere pubblica la relazione conclusiva dell’ispezione della Ragioneria generale dello Stato, effettuata dal 17/04/2014 al 15/5/2014. Solo così i cittadini potranno avere un’idea più chiara su quale sia la versione corretta. A parlare del fratello di Monti, infatti, non è certo un gruppo di senatori, ma la stessa Ragioneria generale dello Stato, che, a pagina 38 della Relazione, dice che al signor Pietro Monti sono stati conferiti quattro incarichi, tra il 2009 e il 2011, della durata di sei mesi, cinque il primo, quando l’attuale presidente era direttore dell’area dell’autorità competente in materia di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Ha ragione Monti: suo fratello non è assunto a tempo indetermianto, ha avuto solo quattro contratti di collaborazione e, tanto per voler essere chiari, adesso è assunto a tempo indeterminato in una società dove l’autorità portuale detiene una quota rilevante. Invito quindi Monti, se è così sicuro delle sue affermazioni, a rendere pubblica la relazione della Ragioneria generale dello Stato, che secondo noi traccia un quadro grave. Se secondo lui è tutto nella correttezza, sono sicuro che non avrà problemi a farlo. Lo stesso vale per la figlia del segretario generale, che ha avuto quattro incarichi, di sei mesi ciascuno, di collaborazione coordinata e continuativa, dall’8 novembre 2011 fino a fine 2013 (pag. 37 della Relazione). Quanto ai tempi dell’ispezione – conclude Astorre – è falso dire che la relazione prende in esame il triennio 2009-2012 poichè la Ragioneria generale dello Stato esamina contratti fino a tutto il 2013, quando il dottor Monti era già in carica da due anni e mezzo”.
Sulla vicenda interviene anche l’ex Commissario Pd di Civitavecchia e Presidente del Consiglio comunale di Fiumicino Michela Califano, secondo cui “se il Presidente Monti utilizzasse nel proprio lavoro la stessa solerzia che tira fuori per ripararsi dalle critiche, oggi su Fiumicino avremmo almeno la metà delle opere promesse e mai arrivate”. “Su una cosa – prosegue – non c’è possibilità di esser smentiti: l’operato dell’Autorità Portuale su Fiumicino negli ultimi quattro anni è stato un disastro. Non lo dico io, non lo dice il Pd, lo testimoniano i fatti. Anzi, lo testimonia ciò che non è mai stato fatto”. “Su una cosa Monti è molto bravo, giocare con le parole. Nessuno ha mai detto che il fratello sia stato assunto, ma che abbia ottenuto diversi incarichi all’interno dell’Autorità Portuale nello stesso periodo nel quale Pasqualino Monti, se non erro, ricopriva il ruolo di Dirigente Finanziario con mansioni nella gestione delle risorse umane”. Il problema qui non sta tanto nella legittimità di quelle assunzioni di quegli incarichi, che spetta ad altri ambiti. Qui va fatta una valutazione dell’operato dell’attuale presidente dell’Autorità Portuale. Oltre ad aprire la porta dell’ente a persone con cognomi noti, Monti cos’ha fatto? E soprattutto cos’ha fatto per Fiumicino? La risposta è semplice: nulla”.