Insieme…per non dimenticare Chernobyl

Chernobyl si trova in Ucraina, sulla sponda occidentale del bacino di Kiev. In quella zona nel 1977 si iniziò a costruire una centrale nucleare composta da quattro reattori. Nel 1984 la costruzione fu terminata, ma già nel 1985 ci fu un primo incidente che portò alla riduzione della produzione elettrica di circa il 75%.
Nell’aprile del 1986 invece, a causa di un’esercitazione durante la quale furono spente tutte le strumentazioni, il quarto reattore collassò e provocò un incidente nucleare 200 volte più potente delle bombe sganciate a Hiroshima e a Nagasaki.
Nel 1991 venne chiuso il secondo reattore, cinque anni dopo il primo e solo nel dicembre del 2000 fu spento l’ultimo. Furono immediatamente inviati sul posto i cosiddetti “liquidatori”, operai inesperti e privi di qualsiasi tipo di protezione, che manualmente, con terra o con acqua, tentarono di spegnere l’incendio. L’Unione Sovietica era assolutamente sprovvista di un piano di emergenza e ciò che fu fatto avvenne all’insegna della pura improvvisazione.
Tutti i liquidatori, essendo stati esposti a radiazioni dirette, morirono nel giro di poco tempo. In seguito il reattore fu sigillato con un sarcofago di cemento. Purtroppo, però, questa protezione oggi presenta delle crepe e, soprattutto, essendo troppo pesante tende ad abbassare di alcuni metri l’intera struttura con il rischio di inquinare sia il suolo che le falde acquifere sottostanti.
Se ciò avvenisse lo stesso Mar Mediterraneo potrebbe esserne coinvolto, visto che le falde acquifere conducono al fiume Dnepr, che sfocia nel Mar Nero. Quanto è accaduto ci deve rendere consapevoli che nessun paese può agire di sua esclusiva iniziativa; piuttosto è necessario che la Comunità Scientifica internazionale sia sempre a diretta conoscenza di tutte le sperimentazioni scientifiche ed industriali ad alto rischio per l’intera umanità. L’incidente nucleare ha provocato non solo inquinamento del territorio danneggiando gravemente l’agricoltura e l’allevamento, ma anche gravi malattie alla tiroide, tumori, leucemie e mutazioni genetiche gravi.
In particolare sono esposti i bambini, i neonati e gli embrioni perché le loro cellule si riproducono a una velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai cambiamenti del codice genetico. Sono estremamente vulnerabili anche gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le cellule a partire dalle quali si costruisce il codice genetico della prole. Questo spiega perché il danno di Chernobyl è destinato a non finire con la generazione dei viventi di oggi, ma a continuare ad agire su esseri che devono ancora nascere e persino essere concepiti.
Attualmente l’ssociazione Scuolambiente, insieme a tante altre associazioni italiane, con il progetto Solidarietà nelle varie tipologie di accoglienza ha organizzato molti soggiorni estivi rivolti a bambini e adolescenti bielorussi, perché è stato verificato che lo iodio non radioattivo (di cui è ricchissimo il nostro paese, essendo circondato dal mare) e un’alimentazione non contaminata riducono la radioattività di un bambino di circa il 50% nel giro di un mese.
“Proprio in questi giorni – spiegano i volontari – stiamo realizzando un programma di iniziative, in occasione della catastrofe nucleare di Chernobyl che avrà due importanti appuntamenti Domenica 26 Aprile con l’evento realizzato con la Pro Loco Marina di Cerveteri ed il consueto appuntamento di martedì 28 Aprile con il Concerto di Solidarietà offerto dai ragazzi della scuola media I.C. Corrado Melone Ladispoli. Infatti, anche quest’anno l’impegno dei volontari si è concretizzato attraverso il progetto nelle scuole con gli EcoLaboratori di Educazione alla Solidarietà, con le varie iniziative di sensibilizzazione, e nel sostegno all’ospitalità estiva, grazie al gemellaggio con l’associazione C.E.U. di Roma Torrino, la quale accoglierà 14 bambini e bambine provenienti dalla regione di Gomel, per il periodo di vacanza salutare, provenienti dalla regione di Gomel, selezionati nei mesi passati dalla delegazione umanitaria che ha personalmente conosciuto le famiglie con situazioni di diverso disagio socio-economico. L’ennesimo triste anniversario, oggi a 29 anni dalla catastrofe, non è che un’altra occasione per urlare l’emergenza che ancora oggi affligge questi angeli senza colpa. Purtroppo, il risalto che danno i mass media a questa triste ricorrenza è tanto fastoso quanto effimero: se, infatti, da un lato dobbiamo essere profondamente grati per l’importanza data ad un evento che è caduto nel silenzio dell’ignoranza e dell’indifferenza, dall’altro lato bisogna porre l’accento sulla mancanza di qualsiasi interesse di tipo mediatico prima di tale commemorazione. Malgrado tutto, comunque, il costante impegno ed il serio lavoro, che caratterizzano da anni l’Associazione Scuolambiente, si sono ben concretizzati nel Memoriale (quest’anno ben due importanti momenti) che, come è stato più volte sottolineato in passato, non è un dramma circoscritto alle regioni colpite, né un evento di un passato lontano, ma è una questione comune al mondo intero da cui trarre insegnamento e per la quale continuare ad adoperarsi. Pertanto, ci corre l’obbligo piacevole di ricordare le scuole che hanno aderito al progetto propedeutico l’accoglienza estiva dei bambini, quest’anno particolarmente impegnativo per il neo – Forum Giovani Scuolambiente: I.C. Corrado Melone Ladispoli. I.I.S. Viale Adige Civitavecchia e I.I.S. Enrico Mattei Cerveteri. Ringraziamo la Fondazione CARICIV per il sostegno e per la condivisone al nostro percorso di formazione e di solidarietà”.