Vietato bruciare qualunque tipo di rifiuti nelle centrali

CIVITAVECCHIA – E’ stata approvata ieri all’unanimità, in Consiglio Comunale, la mozione contro l’utilizzo del Combustibile Solido Secondario (CSS) e a breve il Sindaco emetterà la relativa ordinanza.
“Sarà finalmente vietato bruciare rifiuti nelle centrali termoelettriche di Civitavecchia – commenta il primo firmatario della mozione, il Consigliere Cinque Stelle Dario Menditto – Il CSS è un combustibile derivato da rifiuti solidi urbani e da altri tipi di rifiuti e che, grazie a degli artifici tecnico-giuridici codificati dal ‘Decreto Clini’, non è più qualificato come rifiuto, così da poter aggirare più agevolmente l’ostacolo rappresentato dalle più che legittime preoccupazioni dei cittadini per le potenziali conseguenze sulla propria salute causate dal suo incenerimento. Se si considera che gli impianti candidati a bruciare il CSS sono proprio i cementifici e le centrali termoelettriche, in particolare quelle che non riescono più a stare sul mercato dell’energia e per questo suscettibili di riconversione industriale, ed unitamente si pensi alla proverbiale emergenza del Comune di Roma che non sa dove smaltire i propri rifiuti, verrà facile disegnare un vero e proprio scenario da incubo, per fortuna scongiurato da questa mozione approvata”.
“Va detto che già nel 2013 l’allora sindaco Tidei vietò la combustione dei rifiuti – prosegue Menditto – ma non la combustione del CSS e questo nonostante i movimenti ambientalisti lo allertarono a riguardo e addirittura gli sottoposero una bozza di ordinanza esaustiva, che rimase inspiegabilmente lettera morta. A quella stessa bozza mi sono ispirato per redigere la mozione approvata ieri ed è così giunto a compimento uno dei tanti percorsi intrapresi con i movimenti ambientalisti, anche con la convergenza non decisiva ma comunque auspicabile della minoranza, a dimostrazione del fatto che su certi temi non ci si può assolutamente dividere. Peccato solo che il consigliere Tidei ieri non fosse presente in aula, altrimenti magari avrebbe spiegato il perché di quella sua ordinanza incompleta, che a nostro avviso ha sottoposto il territorio ad un grave rischio e che ha costretto il Consiglio Comunale a rimettere mano ad una questione che poteva essere chiusa più di due anni fa”.
Resta ora da vedere, e da sperare, che ci sia chi vigili realmente per l’osservanza di questa ordinanza.