USB: “E’ tempo di un nuovo patto tra ambiente e lavoro”

CIVITAVECCHIA – Dall’Unione Sindacale di Base Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:

“USB guarda con grande interesse al dibattito che si sta sviluppando in città sui temi dell’ambiente e del lavoro, da ultimo emerso nell’incontro promosso da Fridays For Future locale in vista dello “sciopero del clima” del prossimo 19 marzo.
La lotta all’emergenza climatica ha imposto a tutti nuove priorità, rafforzando le diffuse richieste di una conversione ecologica dell’economia. Del resto siamo da tempo bel oltre le accorate esortazioni della scienza: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è ormai diventata un obiettivo di molti governi e di grandi organismi internazionali, in particolare dell’Unione Europea che nella volontà di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 ha rideterminato politiche di sviluppo e destinazione delle risorse. La linea sembra essere tracciata.
Rimangono però numerose difficoltà, visto che, come spesso avviene, i buoni propositi annunciati tardano a tradursi in realtà. Basti a proposito ricordare che, secondo l’ONU, dei circa 200 paesi firmatari degli Accordi di Parigi sono solo 75 quelli che a fine 2020 hanno presentato piani per contrastare il riscaldamento globale: un numero evidentemente troppo esiguo, che porterebbe a ridurre le emissioni al 2030 solo di un misero 1%.
Occorre quindi un deciso cambio di passo, attuabile però a nostro avviso solo a una condizione: quella di non svincolare la lotta ai cambiamenti climatici da quella per l’equità e la giustizia sociale. E’ un punto che consideriamo dirimente. Ci sono sulla terra miliardi di persone che aspirano a un tenore di vita anche molto minore del nostro, che per attrarre alla battaglia sul clima dovranno poter contare su un modello di sviluppo alternativo. Facile a dirsi, difficile a mettersi in pratica. E’ questo uno dei temi più spinosi imposti dalla transizione, il nodo con cui dovremo misurarci anche a livello locale. Diversamente, il rischio sarà quello di percepire le rivendicazioni ambientali come una pretesa da ricchi, da chi se le può permettere, consegnando i paesi poveri, i lavoratori non garantiti e i disoccupati agli interessi di chi vuole trarre ancora profitti dall’uso dei combustibili fossili.
Vogliamo pensare che Civitavecchia abbia imparato questa lezione. Lo testimonia il prezioso dialogo in corso tra ambientalisti e sindacato, la consapevolezza crescente a che ogni protesta contro le imprese inquinanti, per quanto giustificata, debba sempre e strettamente legarsi all’obiettivo della tutela occupazionale. In modo concreto, ottenendo investimenti sostitutivi e puliti. Questa è la strada che occorre percorrere, pena il ricadere in un contrasto tra ambente-salute e lavoro che ha già lacerato questa comunità.
Questo territorio ha già pagato.
Questo territorio merita uno sviluppo sostenibile, sotto il profilo ambientale e sociale.
E’ tempo di pretenderlo”.

USB Civitavecchia