Un’occasione persa per chi ha votato no

parchina arcobaleno
panchina arcobaleno

La lotta ai diritti, l’amore libero, l’autodeterminazione del proprio corpo e della propria vita si ferma davanti a una panchina, quella arcobaleno, che non verrà messa nella splendida città d’incanto, Civitavecchia.

Ieri la maggioranza a guida Lega ha bocciato la mozione proposta dai Giovani Democratici di colorare in città alcune panchine color arcobaleno a dimostrazione che la nostra, come altre realtà italiane, è una città contro l’omotransfobia e la misoginia, che tutela i diritti di ogni persona indipendentemente dalle loro scelte sessuali, una città accogliente per tutti. Invece no, le panchine colorate vanno bene solo se rosse, secondo la nostra amministrazione, quelle arcobaleno devono evidentemente stonare con il paesaggio politico spiccatamente di destra che da qualche mese è possibile mirare affacciandosi dalle nostre finestre. Nulla questio sulle panchine rosse contro la violenza sulle donne, e ci mancherebbe altro, promosse anche da questa amministrazione, e ci mancherebbe altro. La battaglia contro la violenza sulle donne viene combattuta in prima persona sul loro corpo, una battaglia fisica e culturale contro i retrogradi squilibri di potere tra i due sessi, potere che voleva la donna ad ogni costo debole perché una sua forza era culturalmente e socialmente intollerabile, fino a giustificare la violenza. Ci sono voluti anni di grida, ossa rotte, volti tumefatti, figli traumatizzati, donne ammazzate per risvegliare la coscienza del nostro paese, per aggiornare il nostro diritto. Sempre troppo tardi e non mai abbastanza in tempo per salvare una vita per fermare l’ennesimo femminicidio, ancora oggi. Inutilmente si pensa che quegli anni di diritti violati e rivendicati possano agevolare il percorso nel riconoscimento di altre violenze, di diritti altrettanto stuprati e invece così non è.

Scegliere liberamente la propria sessualità è una libertà che già ci appartiene, a qualcuno però sembra far comodo non riconoscerne la violazione. E qui si apre una dicotomia perchè se la donna è lesbica e per la sua scelta sessuale diventa oggetto di insulti, offese e violenze non è degna di protezione, di pubblica condanna da parte della società e quindi di una panchina arcobaleno? Gay, lesbiche, trans sono continuamente vittime di una mentalità e di atti di omofobia, la cronaca purtroppo è piena. Un paese civile dovrebbe semplicemente fermarsi a tutelare e condannare, senza se e senza ma, tali atti senza scavare nell’intima scelta della persona. La panchina arcobaleno è solo un messaggio, serve a dire che in questa città la discriminazione, l’odio e la violenza legate alla misogenia e omotransfobia sono condannate. Un messaggio importante che non si è voluto far passare. Un’occasione persa per chi ha votato no.

La bocciatura della mozione ci dà l’occasione per dare il benvenuto al nuovo assessore alle pari opportunità di questa amministrazione.